“Il musical è nel mio sangue”.
Incontro con Vanessa Williams, primadonna del musical.
di Cesare Zucca – foto di Matthew Murphy
Ha venduto milioni di dischi, ha cantato agli Oscar, è stata plurinominata ai Grammy, agli Emmy e ai Tony Awards. In TV era la perfida fashion editor di Ugly Betty. A Broadway è stata la protagonista di The Trip to Bountiful, Il Bacio della Donna Ragno e Into the Woods seguiti dallo stellare successo nel musical After Midnight a Broadway.
Il tuo primo incontro con il musical?
A 11 anni. Mia mamma mi portò a Broadway a vedere The Wiz, la storia del Mago di OZ. Ne restai abbagliata, ricordo di aver invidiato l’attrice che impersonava la piccola Dorothy e di aver realizzato che quello sarebbe stato il mio destino. Si, un giorno ci sarei stata io su quel palcoscenico…
Tanta musica in famiglia, vero?
Certamente, a cominciare dai miei genitori, ambedue professori di musica. Mi hanno sempre incoraggiata a studiare canto e perseguire la carriera artistica. La tradizione continua: Sasha suona il piano, la chitarra e ama seguire le produzioni musicali, il suo sogno è di lavorare per uno show della Disney. Jillian e il suo boyfriend Lucas, hanno formato la band Lion Babe. il suo primo video Treat Me Like Fire sta avendo un grande successo su YouTube.
Ti consigli con loro per quanto riguarda la tua attività artistica?
Non amo coinvolgere la famiglia nelle mie decisioni di lavoro, tranne una volta, quando mi venne proposto di entrare nel cast di Ugly Betty. Un lavoro allettante, ma le riprese erano in California, noi abitavamo a New Yok e non mi piaceva il fatto che sarei dovuta essere lontana dai miei figli per parecchi mesi. Ero lì lì per dire di no, ma furono proprio loro a convincermi ad accettare, rassicurandomi che se la sarebbero cavata da soli e avrebbero fatto giudizio. E così fu.
L’elemento più importante di un musical di successo?
La musica. Quando fa sognare, suscita emozione, elettrizza la platea e soprattutto quando la gente esce dal teatro canticchiando una delle canzoni dello show.
Anche il cast, le luci, le scene, i costumi e la storia e la regia sono importanti, ma senza una grande colonna sonora non ci può essere un grande musical.
Il tuo preferito?
West Side Story. La colonna sonora di Leonard Bernstein è meravigliosa.
Anche le musiche di After Midnight sono straordinarie, tutte con gli arrangiamento originali del grande Duke Ellington e una spettacolare orchestra di 17 musicisti. Ho avuto modo di cantare quattro autentici gioielli della storia della black music americana. Sunny side of the street, I can’t give you anything but love, Zah Zuh Zaz, dove il pubblico è coinvolto a fare il coro e la meravigliosa Stormy weather, cavallo di battaglia della mitica Lena Horne.
Progetti futuri?
Dopo Broadway sarò a Los Angeles nel dramma The Trip to Bountiful, in cui recito con la leggendaria Cicely Tyson, che per questo ruolo ha vinto il Tony Award.
Una carriera inarrestabile, un carattere forte e deciso, qualche paura?
In genere no. Non ho paura di osare e di cimentarmi in nuove sfide. Amo affrontare progetti difficili, ritengo che per progredire nella vita sia necessario gareggiare con se stessi. Più che paura, magari qualche dubbio…
Per esempio?
[sorride ndr] Una volta sono andata a sciare, proprio qualche giorno prima di un lavoro a Broadway. La neve era ghiacciata e poco sicura, in più sono una sciatrice piuttosto spericolata. Ero pronta per la discesa quando mi sono detta: “Vanessa, sei sicura? Tra pochi giorni devi andare in scena, ti sembra proprio il caso di rischiare di romperti una gamba?”
Così non hai fatto la discesa?
Scherzi? L’ho fatta e come! Solo che ho preso la pista più facile, sciando lenta come una tartaruga…
Torniamo al teatro, cosa significa per te essere la primadonna di un musical?
Soddisfare una passiona istintiva e immensa. Ho praticamente cantato e recitato da sempre: da bambina, nei saggi scolastici, nei cori gospel, nelle recite del college. Audizioni, piccole parti, tanti sacrifici per arrivare al mio sogno: un musical a Broadway. Penso che cantare, ballare, recitare facciano parte del mio dna.
Il musical è nel mio sangue.