QUANDO GLI ADDAMS SONO COSI’ NORMALI DA NON ESSERE PIU’ GLI ADDAMS
di Davide Garattini
La Famiglia Addams apre le porte al Teatro della Luna di Milano con molta attesa di pubblico ed una città tappezzata di pubblicità da mesi.
In molti sono affezionati a questa bizzarra famiglia, tutti ricordano il telefilm ed i suoi personaggi, il bianco e nero e tutte le stramberie che ci hanno fatto apprezzare per la prima volta il gusto del macabro!
Per chi fosse affezionato a tutto il mondo creato negli anni trenta da Charles Addams… se lo dimentichi! Lo spettacolo teatrale o “musical” della Famiglia Addams ha solo il titolo ed i nomi dei personaggi, il resto è solo un vago esperimento superficiale di riportare ai giorni nostri quell’atmosfera ironico-dark che tanto resta nella nostra memoria con affetto.
Questo spettacolo nasce già male a Broadway ed i risultati lo dimostrano, nonostante la presenza di Nathan Lane, ma il risultato è anche peggiore in questa versione italiana; forse sarebbe stato meglio copiare di sana pianta lo spettacolo americano e qualcosa di decente avremmo potuto vederlo, invece in questo caso abbiamo fatto di testa nostra peccando di superbia ed il risultato è di rara noia.
Già al principio la scelta di portare gli Addams in una versione musical poteva far nascere delle perplessità, ma forse ricreando certe atmosfere gotiche e sfruttando alcuni stereotipi si sarebbe potuto ben riproporre anche al pubblico di oggi, esattamente come è stato fatto nel passaggio da telefilm a film negli anni ’90, ma in questo caso se gli Addams hanno più paillettes di Priscilla la regina del deserto un paio di domande dobbiamo farcele!
I testi sono scritti male da Marshall Brickman & Rick Elice, non spiccano nè d’inventiva nè di buon gusto, ma soprattutto è la sterilità della trama che lascia più perplessi: è evidente un problema di struttura drammaturgica che porta a risolvere alcuni passaggi con scene improbabili e soprattutto improponibili al pubblico dei giorni nostri. A poco possono fare le traduzioni e gli adattamenti di Stefano Benni che cerca di attualizzare alcune battute ed avvicinare il copione al pubblico italiano, ma il risultato stride ogni volta perchè nell’immaginario collettivo gli Addams non possono fare battute su un’attualità contemporanea perchè loro vivono in un mondo parallelo fuori dal tempo e così ci piace vederli.
Le musiche di Andrew Lippa… anche peggio! Manca un’idea originale e ci si aggrappa a pochi spunti per nulla approfonditi. Musicalmente lo score è misero e poco accattivante, gli arrangiamenti al limite del provinciale e, nel nostro caso, la traduzione, nonostante qualche farcitura di parolacce, non fa ridere (se non qualche “parente” in sala!). La direzione musicale di Cinzia Pennesi non fa altro che buttare benzina sul fuoco e si sa che a giocare con il fuoco si resta scottati!
Avete presente quando qualcuno fa una battuta e si crea quell’atmosfera d’imbarazzo? Ecco! Avete presente quando sentite una musichetta e aspettate il momento topico del brano e questo invece non arriva mai? Ecco! Avete presente quando in una storia che sembra andare in una direzione ad un certo punto due personaggi cominciano a parlare d’altro appiccandosi alla storia precedente come un post-it su di un frigorifero? Ecco! Avete presente quando un bambino dice una parolaccia davanti ai compagni per far ridere? Ecco gli Addams… oggi!
Abbiamo la città tappezzata d’immagini delle prime illustrazioni degli Addams, ma della storia originale rimangono solo quelle: ormai in tutti i passaggi tra fumetti e telefilm, dai cartoni animati ai film, fino ad arrivare ad oggi con il musical dobbiamo rassegnarci a “gustare” solo uno scarso surrogato degli Addams; la loro “particolarità” ormai è annacquata per compiacere il pubblico, la loro natura “dark” ormai si è ingrigita!
Uno staff artistico di professionisti, così sulla carta, ma molto distanti dal mondo musical e questo si sente e si vede ad ogni scena; meglio che ognuno stia al proprio posto e se si vuole ardire ed uscire dai propri confini lo si faccia con intelligenza e con cognizione di causa. Di certo del mondo musical non hanno una gran conoscenza ed i risultati soporiferi si vedono tutti: la regia di Giorgio Gallione è lenta e superficiale, continue chiusure di sipario per dei cambi scena inutili, se non superflui, in quanto l’impianto scenico alla fine resta sempre uguale; i personaggi lasciati a loro stessi non rispettano assolutamente gli originali; tutto è d’inaspettata noia: entrano parlano, buttano lì qualche pseudo battuta, ogni tanto cantano, ogni tanto cercano di ballare e … nulla di più!
Eppure non è difficile… i personaggi e le ambientazioni sono talmente caratterizzati che dovrebbe essere facile riportarli in scena, sono talmente tanti i ricordi su questi personaggi che far scattare l’applauso o la risata dovrebbe essere quasi sistematico ed invece… un vero cimitero!
Di fatto l’allestimento italiano è povero ed a tratti imbarazzante quanto ripetitivo. Quattro scenografie di Guido Fiorato che si spostano in diverse posizioni continuamente ed inesorabilmente! E pensare che la casa degli Addams sarebbe stata ricca di spunti divertenti e molto teatrali; invece quattro lapidi e qualche pannello damascato viola, un paio di teschi ed un coccodrillo. Sinceramente troppo poco! I fichi secchi nel piatto si possono far girare quanto si vogliono, ma sempre fichi secchi restano!
I costumi di Antonio Marras sono rivisitazioni con sporcature pseudo-burtoniane che nella prima scena possono anche piacere, ma poi quando alla seconda ti accorgi che restano quelli e che andando avanti sono sempre gli stessi due che girano… bhè qualche perplessità nasce! Vanno bene il lattex e gli swarowski, ma forse evitare un uso improprio di questi materiali e magari lavorare anche su altro non avrebbe dato la sensazione di “ok, buona la prima idea adesso tutto così!”. Hanno scomodato per tutto questo la sartoria del Piccolo Teatro di Milano – Teatro D’Europa sinceramente ci domandiamo che fine abbia fatto questa collaborazione perchè da quello che c’è in scena tutto questo non si vede. Le luci di Marco Filibeck avrebbero dovuto essere un punto forte di questa produzione, dovevano regalare al pubblico quelle atmosfere fredde e tetre che tutti si aspettavano ed invece… tutto è scivolato nella più scontata normalità! Esattamente quello che gli Addams proprio nel testo non vogliono essere!
Dovevano tutti ragionare come Addams ed invece tutto era estremamente normale!
Nel cast spiccano due nomi “conosciuti” Geppi Cucciari ed Elio. Ecco, spiccano solo sui cartelloni però, perché in scena qualcosa devono ancora dircelo!
Geppi Cucciari è Geppi Cucciari. Non capiamo perché tutti sul palco la chiamino Morticia; forse perché l’hanno scaraventata dentro a degli abiti neri aderenti ed infilato una parrucca nera?! A parte gli scherzi Geppi resta Geppi, esattamente come la si conosce dalla tv; il personaggio di Morticia con la sua freddezza e nobiltà non esiste, le battute sono dette da Geppi nel modo di Geppi con il solito accento sardo, peccato che siano state scritte per Morticia. Risultato? Immaginatelo! Canto e danza non sono il suo forte: difficilmente si trova una persona così poco dotata in queste discipline; un’estensione vocale di “due” note ed un’impostazione da “44 gatti in fila per sei”, e nella danza, dove dovrebbe essere sensuale come una pantera nera, invece è un bellissimo comodino del 700! Il suo nome porterà di certo pubblico in sala, ma allora lasciamole fare i suoi spettacoli così siamo tutti più contenti!
Elio fa “qualcosina” di più, ma anche lui è sempre Elio e Gomez resta lontano. Certo l’esperienza lo aiuta un briciolo, ma ugualmente misera cosa è il risultato finale. Il canto è quello che è, esattamente come lo si conosce. Per fortuna è un buon musicista e se la cava con l’orecchio, ma di sicuro non lo aiutano delle canzoni scritte francamente male. Volenteroso nell’insieme, ma un parrucchino imbarazzante, una cascata di swarovski e qualche battuta di pessimo gusto non bastano per farlo arrivare alla sufficienza.
Poverini tutti gli altri del cast: si trovano, loro malgrado, in una situazione insostenibile ed impossibile, nonostante la loro professionalità non possono fare molto con il materiale a disposizione. Del resto le canzoni ed i testi sono quelli che sono, ognuno cerca di dare il proprio contributo, chi meglio, chi peggio. Lo Zio Fester di Pierpaolo Lopatriello, nonostante una certa predisposizione, può far poco di fronte ad un ritmo teatrale impaludato. Cerca, nelle sue scene, di ravvivare un morto che però ormai è in pieno rigor mortis! La Mercoledì, Giulia Odetto, si vede che sente il peso del personaggio e fa molto di più di quanto sia chiesto da un personaggio che ha il suo fascino proprio nella spietatezza ed invece troppo spesso si esagera qualcosa che si dovrebbe sintetizzare, questo a discapito anche della prova canora molto spesso pasticciona ed insicura nella tonalità.
Il resto del cast rientra tutto in un calderone tra code di lucertola ed ali di pipistello, ossia tra il tanto voler fare e la poca precisione in tutto: Pugsley – Giacomo Nasta, Nonna Addams – Sergio Mancinell, Lurch – Filippo Musenga, Lucas Beineke – Paolo Avanzinie e Mal Beineke: Andrea Spina. Forse qualcosa in più cerca di mettercelo Clara Maselli, nel ruolo di Alice Beineke, ma poverina non può fare certo i miracoli.
Le coreografie di Giovanni Di Cicco cercano di risolvere qualche lacuna del cast e della regia, ma non bastano e soprattutto la toppa si vede!
I fantasmi degli antenati – corpo di ballo: Chiara Barbagallo, Federica Basso, Gianluca Briganti, Luca Buttiglieri, Tiziana Fimiani, Luca Làconi, Camilla Lucchini, Giulia Patti, Daniele Romano, Nicola Trazzi.
Se dobbiamo salvare una scena, forse, sarebbe quella del secondo atto di Fester e la luna; se dobbiamo bruciarne una… nell’imbarazzo della scelta… diremmo od il testo della scena tra la nonna e Pugsley oppure la scena finale: il ballo tra Morticia e Gomez.
Applausi di cuori cortesi nel finale e risveglio del pubblico [soltanto alla fine] con la famosa musichetta con lo schiocco delle dita… ma non basta!
Avrà sicuramente ragione, ma posso farti una critica? Usare il punto esclamativo una frase si e l’altra pure nella lettura è davvero insostenibile.
Grazie per l’appunto stilistico.
ho appena assistito allo spettacolo di torino, probabilmente lei avanza dei soldi dal regista o Elio le avrà rigato per errore l’auto nel parcheggio del supermercato…. lo spettacolo è gradevolissimo, la trama è gradevole, i personaggi attualizzati…. troppo astio nel suo commento con tante note fuori luogo… gli applausi del teatro Colosseo testimoniano oggettivamente che “gli Addams” sono stati molto apprezzati
Mangiato pesante la sera prima di scriverlo eh?
🙂
No, il direttore ha scritto esattamente quello che pensa riguardo allo spettacolo. Anche altri giornalisti presenti alla serata, della redazione e non, la pensano esattamente nello stesso modo e hanno avuto modo di esprimere il loro parere nelle proprie recensioni. La cena del giorno prima non c’entra nulla: semplice critica teatrale.
Quando la critica deve essere forzatamente… critica senza riuscire a cogliere l’essenza di un musical lineare ed assolutamente godibile (due ore e mezzo di spettacolo senza mai guardare l’orologio) impreziosito dalla bravura degli attori, da scenografie accattivanti, da costumi meravigliosi, allora forse qualche dubbio dovrebbe sorgere anche al direttore. E non c’è nulla di male anche da parte di un critico affermare, se dotato di una minima capacità auto-ironica, sì è vero la sera prima dello spettacolo avevo mangiato pesante ed ho sfogato i miei acidi gastrici criticando a dismisura uno spettacolo consigliato ad un pubblico che va dai bambini agli ultra-novantenni.
Ho visto ieri lo spettacolo a Genova; conosco molto bene l’originale americano di cui esistono ben tre versioni, di cui forse la più riuscita e drammaturgicamente sostenibile era la prima, cestinata in favore di una seconda più “scoppiettante”, ulteriormente impoverita nella versione itinerante per il tour… che è quella tradotta da noi. Purtroppo il signor Garattini ha ragione, l’impianto scenico ed i costumi sono quanto di peggio si poteva fare. Si sarebbe potuto ricalcare l’originale e tamponare così i difetti di questo testo mutilato già nell’originale. Devo concordare anche su Geppi, che è e rimane Geppi. Elio e il resto del cast invece li promuoverei per l’impegno, in particolar modo Lopatriello.
Se volete essere credibili, scrivete correttamente ELTON JOHN (attualmente c’è scritto ELTON JHON) ed eliminate un po’ di punti esclamativi.
Egr. Lettore, in copertina si è trattato di un normale refuso. Capita anche alle grandi testate giornalistiche. Può leggere il nome di Elton John scritto correttamente (per decine di volte) in tutti gli altri articoli. La credibilità di una rivista non è certo data da un errore di battitura! Per quanto riguarda i punti esclamativi, La ringraziamo molto per la critica e ne faremo tesoro, ma ci stupisce il fatto che gli unici commenti alla recensione non entrino nel merito dei contenuti, ma si fermino alla punteggiatura.
Ci sono musical migliori, come ci sono musical peggiori.
Credo che alcune prove canore siano state un po’ sottovalutate, Mercoledì Addams a mio avviso ha eseguito una buona prova, precisa nell’intonazione e nei tempi, lo dico da musicista praticante.
Alcune prove sono state sicuramente più deboli, va anche detto che il personaggio di Morticia non lo avrei mai potuto vedere in un musical in movenze e canti credibili.
Da questa recensione ho evinto una cocente bocciatura ma dopo aver visto lo spettacolo ho pensato:” non sarà sicuramente un Tony Award, ma il prezzo del biglietto non lo chiederò indietro”.
Mi da sicuramente più fastidio vedere una PESSIMA rappresentazione di CATS in certi teatri quotati che un originale musical magari migliorabile.
critica per la forma….è un refuso anche svarovsky? (si scrive swarovski signori miei)..
…. per il contenuto…fondamentalmente non criticabile perchè trapela un’inspiegabile livore….c’è solo da rimanere amareggiati quando non si riesce a riconoscere uno spettacolo (almeno dal punto di vista estetico) eccellente.
Egr. Lettore, si anche quello è un refuso. Possiamo assicurare che non c’è nessun livore da parte nostra verso il cast o verso i creativi. Lei è certamente troppo addentro allo spettacolo per poterlo giudicare con occhi obiettivi, ma consigliamo di imparare ad accettare le critiche con serenità ed ottimismo: fa anche questo parte del vostro (e del nostro) mestiere. Non si può piacere sempre a tutti! Quello che per Lei è “uno spettacolo eccellente”, forse per noi non lo è abbastanza. Libertà di opinione. Quanto alle giustissime correzioni ortografiche, Le segnaliamo che in “un inspiegabile livore”, l’apostrovo non va!
Addentro a cosa?…io sono un semplice spettatore che ha visto lo spettacolo giorni fa.
Mi fa ancora pensare di più a una certa malafede credere che chi dice di essere obbiettivo debba per forza convincersi che i commenti negativi a un vostro articolo partano da qualcuno che abbia lavorato allo spettacolo.
E mi perdoni…”un inspiegabile livore” va senza apostrofo ma io non scrivo in nessuna testata….io….e mi perdoni ancora swarovski non è poi tanto un refuso se lo scrivete per due volte…almeno a casa mia.
buon lavoro per i prossimi articoli.
Strano, la sua mail corrisponde a quella di un costumista che ha lavorato allo show!
e si sbaglia io faccio il grafico pensi un po lei -___-
Elio sincero, Geppi ingessata, Alice brava e zio Fester superbo. Costumi ben fatti e originali. Scenografia essenziale ma curata. Nel complesso carino ma un po’ lento.
La scena della luna m’è piaciuta tanto. La battuta sui testimoni di Geova meno.
Buona serata a tutti.
La ringrazio per aver scritto questo articolo in modo così schietto, sincero e anche divertente (non ho fatto nemmeno caso alla punteggiatura, tanto è imbarazzante il contenuto). Non ho visto il musical e di sicuro non sprecherò né tempo né denaro per vederlo, ma mi fido della recensione perché sono sicura che il vice direttore di una rivista che ha per titolo Musical! abbia occhio e orecchio per queste cose. Detto ciò credo che questa “moda” del personaggio televisivo famoso che si improvvisa performer di musical sia davvero insostenibile. Obiettivamente, in quale universo la signora Cucciari sarebbe in grado di sostenere un ruolo in un MUSICAL che non è proprio l’area che le compete?
Qui in Italia, purtroppo, per riempire i teatri è necessario avere dei nomi conosciuti in modo da attrarre più pubblico possibile. Inevitabilmente il risultato è molte volte mediocre e lo spettatore perde fiducia nel musical come forma di spettacolo. Morale, non tornerà a teatro per vederne un altro. Le produzioni dovrebbero puntare sui talenti (ragazzi e adulti) che studiano una vita (danza, canto e recitazione) per fare questo lavoro. Il musical performer non è un hobby…
Ho assistito a diversi spettacoli nel West End ed è incredibile la precisione che gli artisti mettono in ogni movimento, in ogni parola, in ogni armonia. Nessuna sbavatura. Hanno voci così sicure e potenti da spettinare i capelli. I teatri sono sempre strapieni e ogni volta è uno show da pelle d’oca. Lì è irrilevante chi tu sia, importa solo che tu sia perfetto per il ruolo. Mi domando se Geppi avrebbe ottenuto la parte in una normale audizione dove la prima prova da sostenere è quella di canto, seguita da quella di danza. Non avrebbe passato la prima selezione…
Un appunto, trovo i costumi dei protagonisti e del corpo di ballo davvero stupendi e ben confezionati, ma troppo alta moda e sopra le righe per il tipo di storia. Andiamo, chi ha mai visto lustrini e paillettes in casa Addams?
Grazie e buon lavoro
Sono d’accordo con Chiara. Basta personaggi televisivi nei musical solo con l’intento di portare più gente a teatro. Catapultati sul palco senza preparazione canora solo come specchietti per le allodole. Siamo sicuri che con bravi performer, che tanto hanno studiato per superare le audizioni, il risultato sia meno accattivante? È vero che in Italia non c’è ancora una cultura del musical, ma proprio qui sta il problema. Come possiamo pensare di far crescere questo settore se si insiste con lo scegliere artisti “noti”, certamente bravi nei loro ambiti, pensando che siano versatili in ogni disciplina? Si chiede ai performer “anonimi” di fare bene tutto: cantare, ballare, recitare, fare acrobazie, salti mortali, ecc., ma poi i ruoli importanti non gli vengono assegnati. Certo la competizioni è giusto che ci sia, ma basterebbe che ci fosse meritocrazia. Bravo Garattini, occorre avere anche il coraggio di dire le cose, soprattutto con cognizione di causa. Chissà se le cose ortano cambiare. Io ci spero, soprattutto pensando ai giovni performer che cercano di ritagliarsi un posto con tanta professionalità.
Ottima critica, osservazioni pungenti e nessun buonismo, com’è giusto che sia. Sul contenuto non posso dire nulla perchè non ho ancora visto lo spettacolo, anche se chi l’ha visto concorda con le vostre critiche e quindi sinceramente non credo che alla fine gli darò una possibilità…Concordo però anche con le osservazioni dei lettori: un articolo, anche se pubblicato sul web e non su carta dovrebbe essere scritto, stilisticamente e anche formalmente , con più cura e attenzione: troppi refusi, troppi puntini, troppa punteggiatura “emotiva”, abbassano il livello della scrittura e rischiano anche di minare la credibilità del giornalista.
Mi chiedo Garattini che diavolo di nusical abbia visto..io l’ho visto ieri sera e l’ho trovato stupendo in tutto e per tutto…e di musical ne ho visti parecchi anche in inglese…come si fa a stroncare un musical così…non ho parole
Condivido pienamente con Sergio !!! Visto e piaciuto tantissimo in tutto per tutto. Interpretazioni, costumi, coreografia.. Bravi, bravi, complimenti
“….e poi non potrò mai smettere di raccontare bugie teatrali al pubblico perché amo troppo quegli occhi increduli davanti ad un mio racconto!” è sul sito internet del signore che ha scritto questa critica….e anche io sono rimasto incredulo leggendo quello che ha scritto (tanto da andare a cercare chi fosse).
Ho visto lo spettacolo e non mi è piaciuto al 100% ma sicuramente c’è molta qualità, molta più qualità di quella che ho visto in tantissimi altri musical.
Mi domando come sia possibile scrivere una critica del genere per uno spettacolo così, che può piacere o non piacere, ma stroncarlo in questa maniera mi fa dubitare sulla credibilità e competenza del giornalista che l’ha scritto.
Gen.le Valerio, se secondo Lei il nostro direttore non è nè competente nè credibile, non ci legga più. La invitiamo comunque a leggere le critiche di altri giornalisti presenti in sala quella sera. Forse loro saranno più credibili di noi.
Gen.le amministratore, sono finito sul vostro sito proprio incuriosito dal leggere le critiche su uno spettacolo che mi è piaciuto, le ho lette la vostra e quella di altri… alcune molto buone altre meno buone, e ripeto lo spettacolo non ha convinto neanche me completamente, ci sono diverse fragilità, prima fra tutte il ritmo.
Ma da qui a scrivere quello che ho letto dal vostro direttore ce ne corre!….Io non sono certo un critico ma uno spettatore che segue diversi generi di spettacolo (dalla prosa all’opera al musical) e francamente con tutta l’onestà intellettuale non ho assolutamente visto uno spettacolo che possa essere stroncato in questa maniera….c’era rimasto da “massacrare” solo il colore del sipario!….mi è sembrato un po troppo e mi sono sentito di scrivervi perchè da tempo non vedevo uno spettacolo così “ben confezionato” e la vostra l’ho letta come una critica non obbiettiva…tutto qua.
Buon lavoro
pienamente d’accordo con Valerio
Visto stasera lo spettacolo .. Concordo pienamente la critica di Garattini. Questa “cosa” con la famiglia Addams non c’entra niente. Insipido, noioso, Geppi, che adoro, è completamente fuori luogo! Teatro mezzo vuoto e gli applausi sono stati davvero pochini .,, peccato!
Ottima recensione.
Io propongo elogi a i tre bravi cantanti (zio Fester Lopatriello in primis, Maselli e Odetto). Il piccolino sostituto era inascoltabile, in più presenta una fastidiosa r blesa.
Esco da una scuola di teatro nazionale mai avrei pensato di addormentarmi .. il tango? Mi sono addormentata li. Anche a metà della canzone di zio Fester alla Luna (nel Teatro della Luna dove nel secondo settore le parole vengono sovrastate dalla musica.
Simpatici i personaggi di Maselli e Andrea Spina che spicca per la buona dizione (finalmente!)
Anche secondo me Odetto eccelle nel canto ma è molto impostata nella recitazione e perde la freschezza di .. ma quanti anni dovrebbe avere Mercoledì? 18?
Perché i ballerini maschi sono tutti travestiti? Mutano post mortem?
Cosa c’entra il ballerino barbuto nelle canzoni di Elio Fester? Io non l’ho capito.
Forse ero stanca. Ho trovato lo spettacolo maestoso e soporifero.
Non ho fatto caso ai punti esclamativi. Forse anche io ne faccio largo uso.
Spiace leggere una critica così negativa per questo musical che io ho trovato invece essere piacevolissimo. Non capisco tanto livore da parte vostra.
Complimenti a tutto il cast di questo spettacolo, davvero di prim’ordine!
pienamente d’accordo con te
Visto ieri e non mi è piaciuto, questa recensioine descrive appieno (ma con parole migliori) le sensazioni avute durante lo spettacolo.
Non vi conoscevo ma di sicuro questo articolo è per me un buon biglietto da visita per le vostre valutazioni.
Terribile questo musical…visto stasera ma avrei passato serata migliore sul divano. Concordo pienamente con la vs critica, peccato non l’abbia letta prima.
La scenografia penosa,la musica troppo alta che sovrasta le parole, le coreografie orribili, i costumi inguardabili.
Perché la nonna è un uomo?
Mi è piaciuta Alice, salverei Elio e mercoledì.
Piacevoli i dialoghi, ma quasi tutte le canzoni corali sono davvero orribili.
Nel complesso risulta troppo lento e lungo,almeno per i miei gusti.
Peccato per il cast e Stefano Benni: occasione sprecata!
Ho visto il musical oggi pomeriggio a Trieste..
Non mi ha per niente entusiasmato.
Gli Addams non li conosciamo in versione musicale, quindi non sapevo cosa aspettarmi.
Il primo atto è stato carino, con una successione di eventi da mantenere viva l’attenzione.
Il secondo atto è sprofondato nella noia.
Le musiche secondo me poco entusiasmanti, e spesso non si capivano le parole nel cantato.
Inoltre secondo me era pure in playback.. possibile? Questa almeno era la sensazione.
Gentile Marco. Ho visto recentemente anch’io questo musical e non ho avuto la sensazione che fosse in playback: ne ho avuto la certezza assoluta! Era tutto in playback: non solo le musiche e le parti cantate ma anche le parti recitate! Infatti subito dopo ho cercato lumi su internet ma nessuno ne parlava… Il suo è il primo commento in questo senso… strano. E molto più strano che facciano un musical in playback. Questo è davvero il caso in cui si può usare la famosa frase: “Sarei capace anch’io di farlo!!!”
Saluti
Alla prima a cui abbiamo assistito, noi non abbiamo avuto la sensazione del playback… Forse però sarebbe stato meglio!
Gentile Direttore,
ho visto il musical questa sera e devo dire che non sono affatto d’accordo con lei.
Forse lo ho trovato un pò lento, ma le prestazioni canore dei personaggi sono state assolutamente all’altezza, (anche la signora Geppi Cucciari che non ha una formazione di questo tipo, ha cantato decorosamente).
Assolutamente godibile la prestazione di Lopatriello e anche della Odetto che evidentemente rispetto alle prime rappresentazioni ha metabolizzato il personaggio.
Non sarà forse il più divertente spettacolo che io abbia mai visto, ma mi è sembrata una produzione simpatica, estremamente curata e portata in scena con grande professionalità.
Mi scusi tanto Direttore ma mi permetta di dirle che una critica così ferocemente esagerata non risulta affatto professionale e fa sinceramente pensare che Lei abbia dei rancori personali verso qualcuno che lavora o recita in questo spettacolo.
Io non La conosco e non so se Lei prima di scrivere critiche teatrali sia stato un grande attore o un cantante provetto, ma le posso assicurare, avendo lavorato in teatro da giovane che quanto da lei scritto va ben oltre la critica. E’ un’autentica mancanza di rispetto verso il lavoro svolto da altri.
Gen.le Andrea, Le assicuriamo che non c’è alcun rancore personale verso nessun membro del cast. Il direttore non è mai stato nè un cantante nè un attore. Ma da quando solo attori e cantanti “provetti” possono criticare altri attori ed altri cantanti?
Concordo pienamente con il direttore!
Musical bruttissimo…non sprecate i vostri soldi, c’è di meglio.
Mi spiace soltanto che ne escano male anche geppi e elio che amo molto.
Credo che ci sia un grosso equivoco in questi commenti…
C’è chi ha visto i musical come devono essere fatti, magari a Londra o a Broadway, ed è un vero appassionato del genere, e sta attento a come il musical viene allestito sotto tutti gli aspetti, a come viene cantato, al livello della recitazione, della regia eccetera.
E poi c’è chi magari si è divertito semplicemente a vedere il Grease della Rancia o altri musical in stile italiano, e si accontenta di quello, magari gli basta farsi due risate e sentire un paio di canzoni.
La discordanza fra i giudizi forse nasce proprio da due tipi diversi di pubblico.
Però mi pare chiaro che una testata specializzata si rivolga principalmente all’appassionato, e che quindi debba essere particolarmente severa nel giudizio.
E’ ora che in Italia si capisca che il musical è un genere ben preciso, con i suoi stili, con le sue regole. Chi pensa di arrivare a fare musical mettendo un paio di basi per risparmiare sui musicisti, facendo cantare e recitare chi non è in grado basta che sia famoso, facendo una regia televisiva o teatrale perché non conosce il genere… beh, è giusto che venga stroncato.
Ho visto ieri sera lo spettacolo a Torino e condivido in pieno le critiche e le stroncature che sono state date.Una Noia Mortale nel secondo atto volevo uscire e durante la canzone di zio fester alla luna sono sprofondato nella sedia .La famiglia di Lucas sembrava uscita dal telefilm happy days .Doveva far ridere bene alzi la mano chi ha riso …Mi aspettavo una trama basata sulla paura delle persone “normali”nel conoscere la famiglia Addams ..piante carnivore ,coltelli,i famosi trenini di gomez ,pozioni magiche questa è la famiglia Addams no una storia d’amore al limite di una soap opera stile Beautiful.Ma tanto siamo nel paese dove se non hai apprezzato “La grande cagata ..oopps scusate La grande bellezza”vuol dire che non capisci niente quindi non mi stupisco di persone che hanno trovato questo spettacolo un ottimo spettacolo
Recensione efficace e tragicamente onesta, che condivido pienamente.
Considerate che, nonostante la mia passione per Elio, sono scappata dopo la chiusura del primo atto.
La recitazione di Geppi é imbarazzante..
Elio se la cava con una sufficienza scarsa..
Tutti gli altri fanno del loro meglio..
dissento completamente da questa critica distruttiva.
Lo spettacolo è piacevole e divertente, le musiche sono belle, i ballerini bravi e Elio strepitoso.
L’unica cosa su cui concordo è l’accento sardo di gepy cucciari, davvero fuori luogo e fastidioso…credo che un corso di dizione sia d’obbligo se vuole continuare su questa strada.
Per il resto uno spettacolo che passa velocemente e piacevolmente, certo non è pirandello, shakespeare o eschilo ma non ha neanche la pretesa di esserlo.
Lo consiglio a tutti .
Io forse sono esagerata, ma mi sono rifiutata di andarlo a vedere. Mi è bastato il nome di Geppi in cartellone. Per carità, in generale mi piace, ma non è Morticia. Morticia è una pantera, una vamp, non può avere un’inflessione d’accento (che sia sardo, romano, milanese, poco importa, non ne deve avere). Ho visto qualche spezzone su youtube che mi ha ftto inorridire anche per scenografie e musiche… eppure come dice la recensione, non era difficile… Sonnenfield l’ha fatto a 30 anni dalla prima serie… bah…