Cast strepitoso, orchestra dal vivo e luci spettacolari. Ecco per perchè non bisogna perdere il Les Miz in versione tour.
di Paolo D. M. Vitale
Les Miserables nella versione tour “The Arena Musical Spectacular” è finalmente approdato anche in Italia, prima al Politeama Rossetti di Trieste e poi (come sembra ormai tradizione) agli Arcimboldi di Milano.
L’operazione – è inutile negarlo – è una di quelle furbe, astute, quasi ruffiane. Portare in giro Les Miserables senza portare in giro Les Miserables.
Soltanto quella vecchia volpe di Cameron Mackintosh poteva osare tanto e, naturalmente, l’ha fatto, ha osato.
Non si tratta infatti dello spettacolo completo – praticamente impossibile da far girare data la sua mole – ma di un concerto in forma semi-scenica, una versione ampliata di Les Misérables The Staged Concert, straordinario successo andato in scena per oltre 200 repliche nel West-End.
E qui arriva il bello.
Pur essendo la versione “ridotta” del capolavoro di Boublil e Schönberg quello che abbiamo visto sul palcoscenico degli Arcimboldi supera di gran lunga la maggior parte delle produzioni italiane sia per qualità che per quantità.
Iniziamo citando l’orchestra on stage magistralmente diretta per tre ore da Brian Eads.
Sembra ridicolo doverlo scrivere, ma si, la musica dal vivo fa davvero la differenza. Purtroppo in Italia abbiamo diffuso la sbagliata credenza che l’orchestra sia imprescindibile solo nell’opera lirica, mentre nel musical se ne possa tranquillamente fare a meno. “Orrore e raccapriccio”, citando il mio professore di filosofia del liceo!
No, non ne possiamo fare a meno! Anche nel musical la musica deve essere suonata dal vivo!
Certo, lo sappiamo, pagare 25 musicisti è costoso… ma per questo esiste la prosa! Se non si hanno i soldi per pagare un’orchestra perché fare musical?
Siamo al paradosso che le produzioni “tour” straniere vengono con l’orchestra (portata chissà da dove), mentre le produzioni “complete” italiane hanno le basi registrate! Bene ma non benissimo.
Ma torniamo a Les Miz.
Il cast è uno di quelli che da solo varrebbe il prezzo del biglietto: Killian Donnelly nel ruolo di Jean Valjean e Bradley Jaden in quello di Javert hanno più volte strappato applausi a scena aperta. Presenza scenica, potenza e controllo vocale, mimica facciale: tutto fa di loro dei fuoriclasse del palcoscenico. E poi ancora Bonnie Langford nel ruolo di Madame Thénardier, Gavin Lee nel ruolo di Thénardier, Jac Yarrow in quello di Marius, Beatrice Penny-Touré nel ruolo di Cosette, Nathania Ong nei panni di Eponine, Channah Hewitt in quelli di Fantine, James D. Gish nel ruolo di Enjolras e Jeremy Secomb in quello del Vescovo di Digne. Uno più talentoso dell’altro. Un vero balsamo per le orecchie.
Completa il cast un “coro” di una ventina di meravigliosi artisti che potrebbero benissimo reggere ruoli da solisti, tanto sono portentose le loro voci.
Come anticipato, trattandosi di una versione concerto, non c’è scenografia. O meglio, non c’è la scenografia megagalattica che Les Miserables notoriamente ha. Tuttavia il palcoscenico è interamente scenografato in stile barricades e sormontato da una foresta di americane, anch’esse scenografate, che muovendosi su e giù su motori a velocità variabile creano le varie scene e modificano la percezione dello spazio. Non possiamo non menzionare l’americana di mezzo che, ad un certo punto, scende al livello delle due torrette laterali e si trasforma in un ponte sospeso praticabile lungo quanto tutto il palcoscenico! Puro genio!
E poi ancora gli enormi schermi con le proiezioni poetiche di Finin Ross, l’orchestra sopraelevata che domina il palcoscenico, la pedana che si estende in platea avvicinando gli interpreti al pubblico…
Insomma, c’è più scenografia in questo “Les Miz senza scenografia” che nel 95% delle produzioni italiane.
E non abbiamo finito.
Le luci… le luci! Un impianto illuminotecnico da fare impallidire il Festivalbar! Forse è proprio nel disegno luci di Paule Constable e Warren Letton che si tradisce maggiormente il progetto iniziale di “Arena musical”. Questo Les Miz, come ha dichiarato lo stesso Mackintosh “può essere rappresentato in teatri da 2.000 posti fino ad arene da 8.000 posti, dove il pubblico però non è mai troppo lontano dal palco” con l’intento di “combinare la potenza drammatica di una produzione teatrale con il brivido di uno spettacolare concerto rock”. E il disegno luci è infatti da grande concerto all’aperto! Potenti, spettacolari ed emozionanti queste luci sono metà dello spettacolo! Vedere per credere!
Se proprio dobbiamo trovare un difetto, non abbiamo apprezzato il momento Star Wars [la battaglia ndr] dove gli effetti luce combinati agli effetti sonori sono stati decisamente fuori luogo. Suggeriamo di trovare una soluzione più elegante per rendere gli spari perché i raggi laser durante la rivoluzione francese no, non ci hanno convinto!
A completare questa ricchissima “semi-messa in scena” i meravigliosi costumi originali di Andreane Neofitou e la regia di James Powell e Jean Pierre van der Spuy.
Di certo questo Arena Musical Spectacular non restituisce i momenti di intimità e profonda commozione che la versione teatrale di Les Miz ha, puntando invece tutto sulla potenza musicale e vocale, ma riesce comunque ad emozionare e a donare una serata di grandissimo spettacolo.
Datemi retta, se potete, non perdetelo!