Trionfano gli allievi dell’Accademia Il Sistina diretta da Massimo Romeo Piparo. Ragazzi, noi vi ascoltiamo!
di Ilaria Faraoni
Prodotto da PeepArrow Entertainment in collaborazione con il Teatro Sistina, ha debuttato a Roma lo spettacolo School of rock, versione musical di Andrew Lloyd Webber, Glenn Slater (liriche) e Julian Fellowes (testo) dell’omonimo film del 2003 diretto da Richard Linklater, che vedeva Jack Black come protagonista nei panni dello squattrinato musicista rock Dewey Finn.
Adattamento e regia sono firmati da Massimo Romeo Piparo.
Lo spettacolo è un inno alla musica rock, al valore della libertà che viaggia e si esprime con il rock ed anche un appello dei ragazzi al mondo degli adulti, espresso a gran voce anche nel brano forse più intenso dello spettacolo, dal punto di vista emozionale: Se solo mi ascoltassi (If only you would listen) ribattezzato da Massimo Piparo «Momento lacrima» in conferenza stampa (leggere QUI il nostro servizio).
Tanti valori positivi, spensieratezza, pulizia, risate e qualche riflessione sono alcuni degli elementi che fanno davvero apprezzare School of rock.
La trama: Dewey Finn, il classico tipo che tira avanti con l’arte di arrangiarsi, ma serissimo quando si tratta della sua grande passione, la musica rock, viene cacciato dalla sua band.
Dewey vive con l’amico Ned Schneebly, compagno del suo primo gruppo hard rock ai tempi della scuola, e la fidanzata di Ned, Patty, acida e dispotica, una vera arpia pronta a calpestare sogni e passioni di tutti, a cominciare da quelli del fidanzato. La necessità di trovare i soldi per pagare l’affitto ai due, porta Dewey a spacciarsi per Ned rispondendo ad una telefonata della Horace Green e a presentarsi al suo posto, come supplente, nella prestigiosa scuola, dove vigono le ferree regole dettate dall’apparentemente rigida preside Mullins.
Intenzionato a non muovere un dito e a far vivere i ragazzi in perenne ricreazione, Dewey cambierà musica in tutti i sensi quando si renderà conto del talento della sua classe e si metterà in testa di trasformarla, all’insaputa di preside, insegnanti e genitori, nella sua nuova rock band; e chi non sarà nella band sarà comunque nella band, con svariate mansioni: coriste, groupie, manager, costumista, light designer e “addetti alla sicurezza” per non farsi scoprire. Lo scopo? Vincere la prestigiosa Gara delle band.
Per chi abbia visto il film, il musical mantiene fedelmente trama e molte battute, in più aggiunge un risvolto amoroso al rapporto tra Dewey e la preside Mullins, dà maggiore spazio ai personaggi di Ned e della fidanzata Patty (anche con un simpaticissimo epilogo) e arricchisce la storia con alcuni particolari sui ragazzi e sul rapporto con i rispettivi genitori, molto più significativamente presenti rispetto alla pellicola.
La versione italiana di Piparo è il trionfo della sua “Accademia Il Sistina”: tutti i ragazzi in scena fanno parte della scuola e, nonostante la giovane età (dagli 11 ai 14 anni), tengono il palco con una naturalezza ed una energia degne di professionisti consumati. Tempi comici, padronanza dei movimenti scenici (da menzionare il pezzo in cui devono fingersi malati), momenti corali impeccabili… per non parlare dei giovanissimi musicisti che oltre a recitare e cantare suonano davvero sul palco da soli o supportati dai musicisti adulti.
I ragazzi reggono davvero sulle loro spalle gran parte dello spettacolo e trascinano il pubblico, che la sera della prima stampa si è scatenato battendo a tempo le mani.
Un applauso davvero grande dunque al “cast teen” che si alterna sul palco nelle recite: Orlando Avogadro di Collobiano (tastiera); Federico Baldanza (chitarra); Antonio Carillo (Billy, il costumista); Giulia Carosi (basso); Carola Cassiano (Marcy); Leonardo Cervini (basso); Lucrezia Cesarini (Summer); Emilia Coccia (Summer); Chiara Conti (Shonelle); Joseph Crespina (Mason); Alessandro De Santis (batteria); Luca De Santis Vernillo (James); Davide Fabbri (Billy, il costumista); Alexander Fomin; Alessio Lo Presti (batteria); Antea Olivieri (Tomika); Federica Ruocco (Marcy); Federica Tagliaferri (Marcy); Rachele Tomassoni (Shonelle); Nicolò Zampedri (chitarra).
Lillo (Pasquale Petrolo) è stato scelto per il ruolo di Dewey con criterio. Comico, simpatico, autoironico, vero appassionato di rock, Lillo sa anche suonare la chitarra e ha attitudine al movimento: chi non si è mai divertito con i suoi scatenati “passi di ballo” in qualche sketch degli spettacoli in coppia con Greg?
Una premessa: il soggetto e la sceneggiatura del film sono firmati da Mike White, che recitava anche nel ruolo di Ned Schneebly, l’amico del protagonista. White aveva scritto il film appositamente per Jack Black: un particolare fondamentale perché un conto è ingaggiare un attore che possa interpretare un determinato personaggio, altro conto è scrivere una storia ed un ruolo appositamente cuciti addosso ad un determinato artista.
Proviamo quindi innanzitutto a dimenticare l’interpretazione di Jack Black che, tra l’altro, nell’intervista inclusa nei contenuti speciali del dvd aveva detto di sé: «Richard – il regista, NdR – apporta realtà e una certa onestà e, credo, credibilità al tutto, ed è una cosa importante perché di solito io esagero troppo; a volte ho la tendenza ad andare completamente fuori di testa e lui mi tiene a freno, riporta tutto alla realtà».
Ecco: se in alcuni punti del film si può in effetti pensare che Jack Black esageri leggermente, nell’interpretazione di Lillo, a tratti, si è avuta l’impressione, la sera della prima (5 marzo), che l’artista tenesse un po’ il freno a mano tirato, o per la tensione del debutto ufficiale in un genere che non è il suo abituale, o per la distrazione di avere il Maestro Friello a dirigere in buca per tutto il tempo, cosa che non deve essere facile affrontare per chi è alla prima esperienza in un musical dove deve, per giunta, anche suonare la chitarra, anche se in dosi minime.
Nonostante questa impressione, Lillo ha comunque coinvolto e ha fatto divertire gli spettatori presenti e nei momenti in cui si è lasciato andare maggiormente, con le sue espressioni eloquenti o scatenandosi con i suoi movimenti ormai “classici” o omaggiando quelli dei chitarristi rock più famosi, ha provocato risate e applausi.
Vera Dragone, che si alterna tra prosa, fiction, cinema e musica (è una ex Ladyvette, di cui è anche co-fondatrice) è una perfetta preside Mullins. Convince e conquista le simpatie fin dalla prima entrata e rende al meglio tutte le sfumature caratteriali del personaggio. Da gustare la sua Regina della notte (Mozart) in versione rock (nel finale)!
Ottimi e divertentissimi anche Matteo Guma nel ruolo di Ned (prima e seconda maniera, il suo exploit è una potenza) e Selene Demaria nei panni della fidanzata Patty, antipaticissima e ringhiosa come vuole il copione.
Poi ci sono i genitori e i professori, tutti ben caratterizzati da Massimiliano Carulli, Nico Di Crescenzo, Francesco Galuppi, Alessandro Lo Piccolo, Elena Mancuso, Francesco Miniaci, Sara Polvara, Gea Rambelli, Fabrizio Scuderi, Elisa Siragusano, Arianna Talè, e Matteo Volpotti. Irriconoscibile Marco Rea, che nell’Accademia insegna Tip Tap e che nello spettacolo interpreta il presentatore/organizzatore della gara delle rock band, con una particolarissima caratterizzazione.
Le musiche di Andrew Lloyd Webber (che nel musical ha voluto mantenere anche un paio di brani del film) forse non sono “maestose” come quelle di alcuni dei suoi lavori più famosi, ma “acchiappano”, viene voglia di battere il tempo e di riascoltarle. Tra i brani che toccano le corde più serie vanno menzionati il già citato Se solo mi ascoltassi/If Only You Would Listen e Che fine ho fatto?/Where Did the rock go (cantato dalla preside): il primo pezzo è supportato poi anche da una bella scenografia dove si stagliano in bianco scintillante, grazie alle videoproiezioni, le parole più importanti del testo, su un cielo azzurro in cui volteggiano petali di rose.
C’era bisogno di fare di School of rock un musical? Ad ogni spettatore la propria risposta. Jack Black, nella già citata intervista, aveva dichiarato, per quanto riguarda il film: «Mike – White, l’autore, NdR – mi parlava della sceneggiatura prima di averla scritta. Stava pensando di scrivere qualcosa per me e voleva che fosse un musical. Non è proprio un musical, non è venuto così. Beh, in un musical la gente si mette a cantare senza motivo. Questo non succede in questo film. C’è tanta musica, ma non è un vero e proprio musical».
Dunque ad accontentare White ci ha pensato circa 12 anni dopo (2015) un autore del calibro di Webber, ma in almeno un paio di casi si ha davvero l’impressione che nella versione teatrale (a prescindere da quella italiana che segue l’originale estero) qualche personaggio si metta a cantare
“senza motivo”. C’è infatti, in School of rock, una commistione tra i momenti in cui si fa dichiaratamente musica e i momenti in cui le canzoni sono il classico “canto ma in realtà sto parlando o pensando” e come si diceva, l’impressione è che almeno un paio di brani non siano la prosecuzione più naturale della parte recitata.
Ma sono dettagli in un titolo che è comunque molto piacevole nel complesso e che nella sua versione musical può porre maggiormente l’accento su spunti solo accennati nel corrispettivo cinematografico e coinvolgere di più il pubblico che tra l’altro, nel momento della Gara delle band, diventa attore, afferrando al volo il suo ruolo e partecipando attivamente alla scena senza farsi sollecitare dal cast in platea.
La regia di Massimo Romeo Piparo è fluida grazie anche al team di collaboratori ormai collaudato: Teresa Caruso firma le scenografie, che cambiano ambientazione con grande scioltezza. Simpatiche e azzeccate anche le grafiche in stile cartoon che ritraggono Lillo; Cecilia Betona firma i costumi; Roberto Croce le coreografie. Il disegno luci è di Daniele Ceprani, il disegno fonico di Enrico Porcelli.
La direzione musicale è del già citato Emanuele Friello, che ha svolto come al solito un egregio lavoro e dirige, oltre a suonare la prima tastiera, la formidabile band che supporta tutto lo spettacolo dal vivo: Feliciano Zacchia (tastiera 2 / assistente musicale); Bruno Marinucci (chitarra 1); Giovanni Di Caprio (chitarra 2); Guerino Rondolone (basso); Valerio Lucantoni (batteria).
Aiuto regia: Andrea Palotto.
La locandina completa cliccando QUI
Le date del tour: https://schoolofrock.peeparrow.com/#!/date
Segue comunicato stampa post prima romana:
COMUNICATO STAMPA
“SCHOOL OF ROCK” CONQUISTA IL SISTINA
SE SEI ROCK LO AMI, SE NON LO SEI LO DIVENTI!
Teatro pieno per una Prima nazionale affollata di vip:
applausi a scena aperta per Lillo e la sua band di piccoli grandi talenti
Musica di Andrew Lloyd Webber
Testi di Glenn Slater
Libretto di Julian Fellowes
adattamento in italiano di Massimo Romeo Piparo
L’irrefrenabile energia della musica ha contagiato ieri sera ogni angolo del Teatro Sistina, dall’ingresso, con un esuberante flashmob, al palcoscenico, dove è andata in scena la Prima nazionale assoluta dell’attesissimo “School of Rock”, il celebre Musical che Andrew Lloyd Webber ha tratto dal film di Richard Linklater del 2003 con la regia e l’adattamento di Massimo Romeo Piparo.
Un grande allestimento tutto italiano, prodotto dalla PeepArrow Entertainment in collaborazione con il Sistina, per un titolo internazionale per la prima volta in lingua non inglese, ha reso ancora una volta il teatro diretto da Piparo la casa italiana del musical. E ieri, in una splendida serata di spettacolo e divertimento, il protagonista Lillo, al debutto nel musical, ha conquistato tutti con la sua verve e la sua ironia. L’attore romano, nei panni dell’irriverente chitarrista Dewey Finn, ha trascinato con generosità ed entusiasmo uno strabiliante cast composto da 20 performer e tre postazioni di band dal vivo, con 14 giovani talenti protagonisti tra gli 11 e i 14 anni (tra loro baby musicisti di incredibile talento) cresciuti tra i 90 allievi dell’Accademia Sistina, e dai bravissimi Vera Dragone, Selene Demaria e Matteo Guma.
Tanti gli applausi dalla platea entusiasta e pienissima di spettatori e vip, come Pippo Baudo, Giancarlo Magalli, Enrico Brignano, Raf con Gabriella Labate, Lorella Cuccarini, Neri Parenti, Massimo Boldi, Paolo Conticini, Tosca D’Aquino, Rossella Brescia, Corrado Guzzanti, Vinicio Marchioni, Greg, Max Paiella, Carolina Rey, Marisa Laurito, Barbara Bouchet, Gianfranco D’Angelo, Giampiero Ingrassia, Paolo Genovese, il maestro Gianni Mazza, Michela Andreozzi, Marco Bonini, l’onorevole Stefania Pezzopane, il trio del Musical dei record: Sabrina Marciano, Elisabetta Tulli e Laura Di Mauro, Giuditta Saltarini, Gloria Guida, Antonella Elia, Jonis Bascir, Davide Calabrese e tanti altri.
Lo spettacolo, un vero trionfo di musica, energia e risate, si pregia della direzione musicale di Emanuele Friello con la sua Orchestra dal vivo, delle scene di Teresa Caruso, delle coreografie di Roberto Croce: dopo Roma, “School of Rock” è pronto a conquistare tante città italiane tra cui Genova, Trieste, Firenze, Parma, Assisi, per poi tornare in scena nella prossima stagione teatrale ripartendo da Milano.
Attraverso il linguaggio universale e dirompente della musica rock, questa commedia è pensata per un pubblico di tutte le età: al centro della trama una storia di talento e passione, in cui uno sgangherato maestro-chitarrista riesce non solo a far diventare i suoi allievi una straordinaria rock band, ma soprattutto a far capire loro l’importanza di credere in se stessi e di trasgredire anche qualche regola pur di inseguire e realizzare un sogno.