
Musica indimenticabile, un cast coinvongente e un Paolo Ruffini trascinante! Ecco a voi “Sapore di mare – il Musical”.
di Paolo D. M. Vitale
Premessa numero 1: nel 1964, anno in cui è ambientato questo spettacolo, il sottoscritto non era ancora nato.
Premessa numero 2: nel 1983, anno in cui è uscito l’omonimo film da cui è tratto questo spettacolo, il sottoscritto non era ancora nato.
Premessa numero 3: a Forte dei Marmi il sottoscritto non c’è mai stato.
Premessa numero 4: il sottoscritto ha guardato il film “Sapore di mare” soltanto DOPO aver visto il musical oggetto di questa recensione.
Fatte le dovute e sincere premesse, iniziamo!
Sapore di Mare – Il Musical, da noi visto al Teatro degli Arcimboldi di Milano, è un omaggio (ruffiano) al celebre film dei fratelli Vanzina uscito nel febbraio 1983, proponendosi di catturare l’essenza dei suoi personaggi e delle dinamiche cinepanettonesche che hanno fatto innamorare il pubblico degli anni ’80. Questa trasposizione teatrale riesce a mantenere vive le situazioni comiche e i momenti di nostalgia che contraddistinguono la pellicola, permettendo agli spettatori di rivivere un ormai classico del cinema italiano in una nuova veste.
Protagonista indiscussa di questo jukebox musical è sicuramente la ricchissima colonna sonora made in the sixties: da Celentano a Piero Focaccia, da Rita Pavone a Domenico Modugno, da Gigliola Cinquetti a Bobby Solo… ma elencarli tutti qui è impossibile! I brani si susseguono ad un ritmo talmente vertiginoso che da “operazione nostalgia” si passa a Sarabanda: la indovino con una!!! In effetti quel decennio (gli anni ’60 appunto) ci hanno regalato capolavori musicali che ancora oggi, a distanza di 60 anni, tutti conosciamo e tutti cantiamo! Un caleidoscopio, rigorosamente italiano, di note e parole che ci fanno davvero sospirare ai bei tempi che fuorono, tempi in cui eravamo (o meglio ERANO, dato che io non ero ancora nato) felici e non lo sapevamo. O forse si, chi può dirlo?!
Precisiamo però che questa colonna sonora non risulta quasi mai inserita organicamente all’interno della drammaturgia, come in altri più blasonati jukebox musical (Mamma Mia! e Priscilla tra tutti). I brani qui sono spesso un semplice pretesto per rievocare le allegre atmosfere di quegli anni o per creare dei quadri coreografati.
A guidare questa coraggiosa operazione teatrale è stato, manco a dirlo, Maurizio Colombi, un vero veterano delle produzioni un po’ bislacche (in senso positivo). La sua regia è pulita, quasi didascalica nel rispetto della versione cinematografica, ma fa trasparire tutta l’esperienza che ha come uomo di teatro e come animale da palcoscenico. In scena non ci sono mai rallentamenti nel ritmo e le due ore scorrono via che è un piacere. Un po’ per il soggetto e un po’ per la regia, ci aspettavamo tante di quelle piccole battute e brutte gag chiamate in gergo tecnico “caccole” (che personalmente non ci fanno mai ridere), ma siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal loro numero tutto sommato contenuto.
Anche la volgarità spinta di certe battute del film è stata leggermente mitigata e il copione risulta decisamente meno triviale, o almeno così ci è sembrato. Non sappiamo se sia merito del potere purificatore del teatro, della direzione giocosa di Colombi, dell’adattamento neocontroriformista di Enrico Vanzina e Fausto Brizzi, o dello zeitgeist che oggi impone un certo puritanesimo laico e politicamente corretto.
Resta il fatto che, nonostante il rischio di cadere nel trash più assoluto, Sapore di mare riesce a mantenere un tono allegro e scanzonato. La sua freschezza e spontaneità non riescono tuttavia a evitare i cliché e i luoghi comuni ben presenti invece nel film (soprattutto riguardo al trattamento riservato alle donne, ancora molto poco lusinghiero negli anni ’80). L’equilibrio tra divertimento e qualità è stato comunque raggiunto, permettendo di godere di uno spettacolo che pur nella sua esplicita leggerezza, trasmette un messaggio di amicizia, amore e nostalgia.
Merito anche dell’ottimo e nutrito cast: ogni artista in scena interpreta il proprio ruolo con energia e passione nel pieno rispetto del personaggio cinematografico. Tra tutti loro traspare affiatamento e una sincera voglia di divertirsi.
Primo fra tutti il mattatore indiscusso dello show: Paolo Ruffini nel ruolo del fotografo Cecco. Questa è forse una delle novità principali: un personaggio secondario del film trasformato in una specie di narratore che ricalca il Che di webberiana memoria. Ruffini entra ed esce dalla storia e da personaggio si trasforma ora in presentatore ora in intrattenitore e si conferma un padrone di casa impeccabile. La sua presenza scenica è travolgente; riesce a intrattenere il pubblico con ironia e spontaneità, improvvisando con maestria e creando un’atmosfera conviviale. La sua capacità di interagire con il pubblico, rendendolo parte integrante dello spettacolo, è un valore aggiunto che arricchisce l’esperienza teatrale. Ruffini è capace di bilanciare momenti di leggerezza con momenti di riflessione, dimostrando una versatilità che pochi possiedono.
Accanto a Ruffini, abbiamo trovato un’ottima Fatima Trotta nei panni di Marina, un convincente Edoardo Piacente nel ruolo di Luca, una credibile Giulia Carra nei panni della seducente signora Balestra, un perfetto Luca Quarchioni nel ruolo dell’impacciato Gianni.
E poi ancora un fisicissimo Lorenzo Tognocchi nel ruolo di Felicino, una grande Marta Melchiorre in quello della disinibita Susan, i bravi Paky Vicenti nei panni di Paolo e Paolo Barillari in quelli del burbero bagnino Morino.
E ancora: Anna Foria intepreta la sfigata ma dolce Selvaggia, Carlotta Sibilla è invece Giorgia, Elisa Filace veste i panni di Lucia Pinardi, Giuseppe Galizia è il Commendator Carraro, Renato Tognocchi il Dottor Balestra, Alex Botta è Maurizio, Pietro Mascheroni e Francesco Bianchini sono i Marchesini Pucci e infine Claudia Campolongo è il medico ma anche la presentatrice, cantante e tastierista e Marta Bitti è nell’ensemble.

Una ricchezza artistica notevole e ben assortita, che ragala numerosi bei momenti vocali anche grazie alla musica dal vivo (direzione musicale di Davide Magnabosco e Alex Procacci, live band ignota) e divertenti coreografie firmate da Rita Pivano.
Nota dolente è invece la recitazione che – come troppo spesso accade nei musical italiani – tende a scivolare verso un’impostazione macchiettistica e sopra le righe. Tuttavia, in Sapore di Mare questo stile caricaturale, sembra rendere omaggio alla pellicola originale, dove l’esagerazione è spesso un elemento chiave per coinvolgere e divertire il pubblico. I personaggi, ben caratterizzati, riescono a far emergere le loro peculiarità, rendendoli riconoscibili e amabili. La caricatura diventa cifra stilistica.
Oltre al cast, l’aspetto estetico è senza dubbio uno dei punti di forza dello spettacolo. La scenografia firmata da Clara Abbruzzese è elegante e intelligente, con le varie scene che si trasformano con fluidità, e trasportano il pubblico da una location all’altra con grande efficacia. Citiamo, tra tutte, la scena del motoscafo che risulta perfino esteticamente più bella di quella del film.
Anche le ottime luci di Valerio Tiberi creano delle atmosfere che esaltano le emozioni dei vari momenti drammaturgici e ricreano la magia di quelle giornate (e nottate!) estive impresse nella memoria di ciascuno di noi.
Non altrettanto efficaci i costumi dell’Atelier Creativo Sapore Di Mare Il Musical by Diego Dalla Palma (non sappiamo quanto sia effettivamente di Della Palma e quanto no) che ci sono sembrati troppo eterogenei e visivamente poco coerenti. Molto meglio invece le acconciature e il trucco a cura dello stesso gruppo.
At last but not the least, il buon disegno audio di Maurizio Capitini che agli Arcimboldi ci è parso un piccolo miracolo (chi è assiduo frequentatore di quel teatro sa bene di cosa parlo!).
In conclusione, Sapore di Mare – Il Musical rappresenta un’esperienza teatrale da non perdere per gli amanti del genere. La fedeltà ai personaggi e alle situazioni del film, un cast preparato e coinvolgente, la presenza carismatica di Paolo Ruffini e una scenografia di alto livello, fanno di questo spettacolo un prodotto superiore alle aspettative. È un’ode alla leggerezza, un viaggio nella memoria collettiva che lascia il pubblico con un sorriso e una sensazione di spensieratezza e tanta, tanta, voglia di mare!