Un’emozione lunga 43 anni
di Ilaria Faraoni
È inevitabile: si può aver visto Aggiungi un posto a tavola decine di volte, a teatro o in dvd, aver assistito all’avvicendarsi dei cast delle diverse edizioni; si possono conoscere a memoria scene e battute, ma immancabilmente, quando la colomba si poserà sulla sedia vuota che attende quell’“amico in più” – quella sedia che giganteggia anche sopra le insegne illuminate del Brancaccio, svettando dalla terrazza del Teatro – gli occhi saranno sempre umidi di emozione.
Merito del testo senza tempo scritto nel 1973/74 da Garinei e Giovannini con Jaja Fiastri (da un’idea di quest’ultima), che si ispirarono liberamente al libro “After me the deluge” di David Forrest. E “l’amico in più,” per il quale siamo invitati ad aggiungere un posto a tavola, assume vari connotati sia all’interno della commedia, sia al di fuori di essa: oggi, per esempio, viene naturale associare l’esortazione al tema dell’immigrazione ed ecco la dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, di quanto lo spettacolo sia sempre di fortissima attualità.
Prodotta per il Brancaccio da Viola Produzioni, la settima edizione di Aggiungi un posto a tavola coincide con i festeggiamenti per gli 80 anni del Teatro di Via Merulana a Roma, dove lo spettacolo rimarrà fino al 26 novembre: al timone dell’Arca c’è Gianluca Guidi, che aveva già vestito la tonaca di Don Silvestro nel 2009 e che questa volta firma anche la regia, riprendendo in maniera impeccabile quella originale di Garinei e Giovannini.
Grande valore aggiunto di questa settima edizione, è il ritorno – dopo tanti anni – dell’orchestra in buca, composta da 16 elementi e diretta dal Maestro Maurizio Abeni, che ha fatto un eccellente lavoro con la partitura di un genio come Armando Trovajoli: l’esecuzione dal vivo rende ancora più centrale e fruibile la musica e permette di assaporare con più attenzione i suoni ed i singoli strumenti che danno a tratti – se si hanno in mente soprattutto le edizioni degli anni ’70 e degli anni ’90 – un tocco nuovo in linea con il 2017, pur restando sempre nel solco tracciato dal Maestro Trovajoli.
Una lode anche al Maestro Marco Bosco che in questo caso, in veste di vocal coach, ha curato la parte canora dello spettacolo e non ha tradito le aspettative, soprattutto dal momento che anche i cori tornano ad essere, in questa settima edizione di Aggiungi un posto a tavola, eseguiti interamente dal vivo. Il pezzo clou dello spettacolo, da questo punto di vista, è sicuramente Concerto per Prete e Campane che acquisisce, tra l’altro, un inserto inedito – tutto da gustare – per la maggior parte del pubblico italiano.
Il disegno luci di Umile Vainieri è un altro degli elementi che ha sapientemente coniugato tradizione e tocco di innovazione. L’effetto diluvio ideato è tra i più riusciti della storia di Aggiungi un posto a tavola, con lampi che sembrano realmente attraversare il palco ed un successivo arcobaleno delicatissimo che acquisisce molto realismo. Il disegno fonico è di Emanuele Carlucci, la realizzazione dei contributi video è di Claudio Cianfoni.
Le scene ed i costumi originali di Giulio Coltellacci sono stati ripresi con grande fedeltà rispettivamente da Gabriele Moreschi (grazie alla realizzazione della scenotecnica di Mario Amodio, già costruttore della prima edizione dello spettacolo) e Francesca Grossi (che si è avvalsa della Sartoria Brancaccio): il pubblico ritroverà dunque visivamente esattamente quel che si aspetta di vedere.
Stesso discorso vale per le coreografie del Maestro Gino Landi che con la sua assistente Cristina Arrò ha riproposto, con qualche inevitabile adattamento, il suo stesso lavoro originale degli anni Settanta, ancora vincente. E del resto quei gesti con le braccia e con le mani, quei salti, quelle prese, quegli slanci sono entrati nell’immaginario di tutti gli amanti di Aggiungi un posto a tavola, tanto da essere diventati imprescindibili.
Ha stupito, invece, un cambio di testo parziale nel punto dello spettacolo che lo stesso Guidi ha dichiarato essere per lui quello più toccante (rimandiamo al nostro servizio sulla conferenza stampa pubblicato su Central Palc – cliccare QUI): quello in cui Don Silvestro, rimasto da solo sull’Arca con Clementina perché i suoi compaesani lo hanno abbandonato, ha uno scambio di opinioni con Dio. Le liriche della canzone (la ripresa de L’amore secondo me) apparivano perfette così com’erano in precedenza.
Per quanto riguarda gli interpreti, Gianluca Guidi, che regge sulle sue spalle il peso maggiore dello spettacolo, è un vero mattatore e propone un Don Silvestro in linea con l’impostazione data da Johnny Dorelli, che ha creato il personaggio.
Enzo Garinei, dal ruolo molto terreno del Sindaco in cui il pubblico è stato abituato a vederlo (anche nella sesta edizione ad opera della Compagnia dell’Alba con la regia di Fabrizio Angelini), è salito ai piani alti (anche fisicamente): posizionato in galleria è infatti la Voce di lassù, ovvero il tonante e ironico Padreterno ideato da Garinei, Giovannini e Jaja Fiastri ed il ruolo gli calza a puntino.
Emy Bergamo è trascinante nella sua proposta di una Consolazione più attuale ed in linea con la sua personalità, come l’artista stessa aveva anticipato in conferenza stampa. Ottimo il suo lavoro sulla fisicità; grande sicurezza e piacevolezza nelle parti canore; tempi comici giusti e forte temperamento: Emy, giunta alla sua terza commedia targata Garinei e Giovannini, domina decisamente le scene in cui è presente.
Marco Simeoli è un Sindaco Crispino divertentissimo: è un attore e regista in cui scorre nelle vene la sapienza scenica del buon teatro di una volta che si sposa con l’attualità, il tutto condito anche da un certo sapore della intramontabile commedia napoletana. È sempre un piacere vederlo all’opera e qui dà una interpretazione molto sua e del tutto riuscita del Sindaco, dopo essere stato Toto nell’edizione del 2009.
A prendere il testimone di quest’ultimo personaggio, direttamente dalle mani di Simeoli, è Piero Di Blasio, altra certezza del teatro musicale italiano. Di Blasio spicca con la sua personalissima interpretazione fin dalla scena corale di apertura dello spettacolo, anche agli occhi di chi si trova nell’ultima fila della platea. Piero attira subito l’attenzione senza strafare, proprio perché è calato profondamente nella parte. I tempi comici sono dalla sua, in più ha aggiunto al suo Toto un’impronta di tenerezza completamente nuova e molto indovinata.
Anche Beatrice Arnera ha creato una Clementina inedita, sicuramente più moderna e affine alle adolescenti di oggi. La sera della prima stampa (17 ottobre) non è sembrata al top della forma a livello vocale, ma il suo curriculum artistico parla da sé.
Giusta nel ruolo della moglie del Sindaco Francesca Nunzi.
Nota di merito anche all’ensemble, carico di energia e preparatissimo: GRETA ARDITI, ANTONIO BALSAMO, BEATRICE EUGENIA BERDINI, VINCENZA BRINI, FRANCESCO CARAMIA, SILVIA CONTENTI, NICOLAS ESPOSTO, MARTA GIAMPAOLINO, GIAMPIERO GIARRI, SIMONE GIOVANNINI, MATTEO GUMA, FRANCESCA IANNÌ, FRANCESCO LAPPANO, GIANLUCA PILLA, ARIANNA PROIETTI, ANNAMARIA RUSSO, ALESSANDRO SCHIESARO
Per la locandina completa con tutti i crediti rimandiamo al comunicato stampa pubblicato a fine articolo nel già citato servizio su Central Palc.