BEAUTY AND THE BEAST, IL MUSICAL CHE HA INCANTATO MILIONI DI PERSONE IN TUTTO IL MONDO, FA SOGNARE ANCHE L’ITALIA
di Erica Culiat
26 novembre 2014. Prima nazionale di Beauty and the Beast a Trieste. Nella Sala Assicurazioni Generali del Politeama Rossetti un po’ meno di mille persone (la sala conta 1500 posti). Non un sold out insomma per quello che è uno dei musical più applauditi nel mondo. 35 milioni di spettatori, 22 paesi che l’hanno messo in scena, tra cui anche l’Italia qualche anno fa con Stage Entertainment, tradotto in otto lingue.
Questa nuova produzione è stata creata per celebrare il ventennale dello show che ha debuttato a Broadway nel 1994 e ha replicato per tredici anni. Stesso cast creativo di allora: Rob Roth, regista; Matt West, coreografo; Stanley Meyer, scenografo; Ann Gould-Ward costumista (suo il Tony Award del ’94), tanto per citare i principali.
E la magia si rinnova. Non importa quante volte lo vedi, ogni volta ti lasci galleggiare nel magico mondo della novella di Jeanne Marie Leprince de Beaumont, portata sugli schermi dalla Disney (prima ci sono stati anche altri adattamenti cinematografici!) con la colonna sonora di Alan Menken, le liriche di Howard Ashman e Tim Rice, la sceneggiatura di Linda Woolverton che poi ha firmato anche il libretto del musical. Due premi Oscar, tre Golden Globe e la Disney tre anni dopo crea la versione teatrale. Beauty and the Beast diventa l’ottava più lunga produzione nella storia, nominato a nove Tony, ne vincerà poi solo uno.
Titolo che è la punta di diamante del cartellone musical del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, in scena fino al 7 dicembre. I dieci tir sono arrivati da Salonicco – il tour è iniziato a metà ottobre toccando Istanbul e Abu Dhabi; da Trieste andrà a Milano e più precisamente all’Arcimboldi dal 10 dicembre al 3 gennaio 2015 e poi Thailandia, Indonesia, Filippine, Singapore, Kazakhstan -. Due camion sono arrivati proprio la mattina del 26. Così la prima è iniziata con mezz’ora di ritardo per ovvi problemi tecnici, ma nonostante questo piccolo inconveniente, il successo è stato incontrastato.
Riguardando Beauty per la quarta volta, ti rendi conto che forse più di altri musical, incarna lo sfarzo e il fascino dell’operetta. Pezzi superbi di danza. Costumi sontuosi, 580, molti sono proprio della versione originale, e 81 parrucche. Uno score bello è dir poco. Le musiche ti colano dentro come l’Ave Maria e anche brani meno hit come A Change In Me, intonata quasi alla fine dalla strepitosa Hilary Maiberger, (Belle) sono una riscoperta piacevole. La storia è sempre attuale e regala tanti spunti. Una Belle che prende in mano le redini del proprio destino, non è la solita principessa che aspetta di essere salvata dal principe azzurro; il suo amore per la lettura; la spacconeria maschilista di Gaston; la rabbia paralizzante della Bestia; la capacità di non fermarsi alle apparenze, ma di guardare un po’ più in là. Ci si può specchiare e riconoscere insomma in ognuno di questi personaggi.
Cornice da fiaba, forse un po’ kitsch, ma ci sta, tutta arabeschi e luci (di Natasha Katz) che di volta in volta creano le atmosfere giuste. Suono perfetto, di John Petrafesa Jr. e un’orchestra di undici elementi invisibili perché suonano in buca, brillante. La storia da “c’era una volta” è incarnata da trenta artisti che è un piacere ascoltare nella recitazione e nel canto. Si tratta di una delle poche volte dove tutti sono allo stesso livello di bravura. Quello che colpisce vedendo gli spettacoli di marca anglosassone, è che anche i personaggi caricaturali, qui in particolare Gaston (Adam Dietlein) e Lefou (Jordan Aragon), entrambi talentuosi artisti, sono credibili.
Inevitabile il paragone con la versione italiana dove, proprio Gaston, era stato impostato come una vera e propria macchietta. Diciamo che in questo allestimento è la Bestia (l’applaudito Darrick Pead) a essere molto al di sopra le righe, soprattutto nel rapporto con Belle. Per capirci i bambini ridono di questo gattone che fa le fusa, ma poi è tutto così scintillante, tutto così calibrato nell’alternanza di pezzi comici e seri, che ci passi sopra.
La regia questa volta è più asciutta, per esempio è stata tagliata la scena finale della battaglia tra villici e abitanti del castello. Roth focalizza l’attenzione subito sullo scontro tra Gaston e la Bestia. Entusiasmante sulle note di Gaston le danze nella taverna con i ballerini che fanno percussioni battendo a tempo i 36 boccali di birra. Ritroviamo la grandeur del pezzo Be Our Guest che Stage aveva immiserito e rivive lo stupore della trasformazione della Bestia in principe.
Menzioniamo a mo’ di lista della spesa anche gli altri artisti, tutti validi. Tutti entusiasmanti. Hassan Nazari-Robati (Lumiere), James May (Cogsworth), Emily Mattheson (Mrs. Pots), Jacqueline Grabois (Wardrobe), Andrea Leach (Babette) e Paul Crane (Maurice).
Non perdetelo. Regalatevi una serata a teatro come anticipo o regalo natalizio.