Il mondo del musical e quello della musica uniti per una serata voluta dalla Fondazione Mia Martini e patrocinata da Roma Capitale
di Ilaria Faraoni – foto ufficiali di Luisa Carcavale – altre foto di Maria Jesus Di Bartolo
Sono passati 19 anni dalla scomparsa di una grande interprete della musica italiana: Mia Martini. Per non dimenticare le opere e la personalità di un’artista del genere, nel 2012 è nata la Fondazione Mia Martini onlus, presieduta da Rocco Giuseppe Martino. Tra i fondatori, anche la sorella Leda Bertè, attiva nel consiglio di amministrazione.
Per ricordare Mia, il 12 maggio scorso (proprio il giorno ed il mese della sua scomparsa, avvenuta nel 1995) la Fondazione, diretta artisticamente da Raffaele Pandolfi, ha organizzato presso il Lanificio 159 di Roma una serata musicale in suo onore, a scopo benefico, con artisti provenienti non solo dal mondo della musica, ma anche da quello del teatro musicale italiano: gli ospiti si sono esibiti interpretando i brani più famosi del repertorio della Martini.
Mia Cara Mimì, questo il titolo evocativo della serata: una frase non fine a se stessa, ma un vero e proprio incipit cui aggiungere contenuto. È così che Valeria Monetti, splendida ed elegante in veste di conduttrice della serata, ha dato il la per costruire, man mano, una lunga lettera, scritta virtualmente dai pensieri che gli artisti saliti sul palco ad omaggiare Mia Martini hanno voluto dedicarle; la Monetti si è alternata così a Cristina Ginevri che, in un angolo-salotto, ha intervistato chi, tra gli ospiti, avesse anche ricordi e aneddoti legati ad una frequentazione diretta con Mia Martini.
A legare il tutto, un tocco di simpatia e ironia frizzante ad opera del terzo conduttore, preso in prestito da Spettacolo! Che Spettacolo!: Benedetto Dionisi.
Alcuni interventi in video di Dario Salvatori, Paolo Limiti, Marco Mangiarotti e Andrea Spinelli, hanno poi intervallato i momenti musicali [grazie al supporto della rivista Musical! che ha realizzato le video-interviste ndr]
Un evento di qualità, una qualità cui ha ormai abituato il pubblico Raffaele Pandolfi (attivo promotore e organizzatore di tanti eventi legati anche al teatro musicale). Una serata dove si è respirata ottima musica dal vivo con tre musicisti capitanati, al piano, dal Maestro Emiliano Begni (direzione musicale): Ermanno Dodaro al contrabbasso e Stefano Ciuffi alla chitarra.
Prima dell’inizio dello spettacolo il pubblico è stato accompagnato nell’atmosfera con la canzone, in diffusione, che Renato Zero – un grande amico di Mimì – scrisse per lei dopo la sua scomparsa: La grande assente. “Diamante lei di rara bellezza” la definisce Renato nel testo, ed è così che ha voluto ricordarla anche Simona Patitucci, la prima grande ospite, tra i rappresentanti del teatro, a salire sul palco: “Tu eri un diamante”, ha iniziato la Patitucci. “Un’anima di diamante per la luce che emanavi, ma delicata come un cristallo”. Una donna che “amava molto ridere”, così ha voluto ancora ricordarla Simona, raccontando delle cene fatte insieme a Calvi dell’Umbria. Intensa, piena di pathos la sua interpretazione di “Notturno”, terminata con una dedica speciale; Simona ha apportato infatti un’aggiunta al testo, piccola ma piena di significato, dirigendo lo sguardo verso l’alto: “Dovunque fossi tu, Mimì”.
E ancora dal mondo del teatro musicale, oltre che da quello discografico, è stato chiamato Sal Da Vinci: l’artista ha annunciato la scrittura, insieme ad Alessandro Siani, di un nuovo musical che debutterà al Teatro Augusteo di Napoli. Il cantante ha proposto, accompagnato dal Maestro Pino Perris, una emozionata versione di “Almeno tu nell’universo”, per poi aggiungere un altro importante frammento alla composizione dell’immagine di Mia Martini; una immagine finalmente diversa, probabilmente più vera, rispetto a quella che la vuole e la immagina esclusivamente tormentata e triste: una donna che, come ha racconta Da Vinci, aveva “il cuore nel passato e la testa nella modernità”.
“Una donna in cerca di radici, che amava le tradizioni e la famiglia” ha aggiunto il cantautore Mimmo Cavallo, che si è presentato con una scatenata versione di “Danza Pagana”, suonata alla chitarra con due percussionisti, a ritmo afro: “Mimì era anche questo”, ha spiegato Cavallo: “Un vulcano etnico, tribale… dovevamo fare un disco così insieme”.
Davide Misiano, cantautore e autore, tra l’altro, delle canzoni dell’interessante musical “La colpa è dei grandi”, ha proposto una versione quasi teatrale di “La costruzione di un amore”, con un approccio forte, pieno di personalità; calabrese come Mia Martini, Misiano con un pensiero molto nobile non ha voluto giocare su un senso campanilistico di appartenenza: “Mimì è per tutti ed è di tutti”, ha precisato. Da cantautore, poi, ha voluto attribuire un valore cantautorale alla Martini, anche quando i brani che cantava non erano suoi: con la sua interpretazione riusciva a riscriverli con sensi nuovi, ha affermato Misiano.
Toccante poi il ricordo personale di una cantautrice sensibile come Mariella Nava che, con emozione particolare, ha scelto e proposto un brano, “Le altre”, che lei stessa, esordiente, aveva scritto per Mimì e che credeva non fosse mai stato registrato dall’artista, fino al ritrovamento di un vecchio provino che ha permesso la pubblicazione della canzone nel 2007.
Ancora una interpretazione molto vissuta, con una performance che ha fatto sentire la sua appartenenza non solo al mondo della musica, ma anche a quello del teatro, quella di Barbara Cola, in tour con Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo: la cantante e attrice, che ha confessato di aver ammirato molto la voglia di lottare della Martini, ha proposto “Se mi sfiori”.
Le White Nymphs (in apertura) e i Baraonna hanno contribuito a impreziosire la serata con i loro ricercati, quanto vincenti giochi vocali e armonici; e ancora sono intervenuti Luca Napolitano, che da uomo ha voluto provare ad entrare nell’animo femminile in una canzone che parla in modo forte del sesso maschile, “Gli uomini non cambiano”, ed Emanuele Lucas, con una affascinante interpretazione di “Rapsodia”.
Annachiara Zincone, protagonista di un progetto promosso dalla Fondazione per le donne che scrivono, ha cantato “Tutti uguali”; Raiz degli Almamegretta e Fausto Mesolella hanno omaggiato Mimì con una versione di “Cu’ mme” dove grande protagonista è stata la meravigliosa chitarra acustica di Mesolella, un momento molto alto per tutti gli amanti di questo strumento; il brano è servito anche a ricordare l’incontro di Mia Martini con la musica napoletana e, nel caso specifico, la collaborazione con Enzo Gragnaniello (autore della canzone) e Roberto Murolo.
Infine Alessia Di Francesco e Loredana Errore hanno portato rispettivamente “Donna” e “La nevicata del ’56”. La prima ha puntato tutto sull’aggressività vocale, forse un po’ più vicina allo spirito di Loredana Bertè (benché molto diversa nel timbro) che a quello di Mia Martini. Loredana Errore ha interpretato con molta intensità, con il suo stile pieno di sentimento graffiante, bilanciato dalla padronanza tecnica, una delle canzoni più amate di Mia Martini, una vera e propria cartolina, come l’ha definita la Errore.
Purtroppo da qualche fan è partito un “faje vede’ come se canta”: se è sempre bello esultare e sostenere i propri artisti preferiti, far sentire loro il proprio calore, non è mai auspicabile demolire l’altro per far brillare il proprio; l’arte a contatto con l’arte si moltiplica, la sottrazione non le appartiene.
Ha chiuso la serata il cast di “E non finisce mica il cielo”, uno spettacolo nato da un’idea di Alex Mastromarino, scritto da Gianfranco Vergoni e diretto da Fabrizio Angelini, due personalità di spicco del teatro musicale italiano, tra le più geniali e innovative: durante l’intervista nel salotto di Cristina Ginevri, Angelini, applaudito e approvato a gran voce dal pubblico presente si è tolto, a ragione, qualche sassolino dalla scarpa riguardo al poco spazio che viene dato al teatro per farsi conoscere, cosa che genera anche gli atteggiamenti irrispettosi da parte di alcuni spettatori, come quelli del gruppetto che ha ritenuto finita la serata dopo l’esibizione della propria cantante del cuore. In attesa, come auspicato da Angelini e Vergoni, di rivedere in scena lo spettacolo, sicuramente in spazi alternativi che permettano di sviluppare al meglio l’impianto particolare di “E non finisce mica il cielo”, lo straordinario cast composto da (in ordine alfabetico) Enrico D’Amore, Gabriele Foschi, Stefania Fratepietro e Brunella Platania, accompagnato al piano dal Maestro Riccardo Romano, si è esibito nel brano del titolo, con una interpretazione da pelle d’oca.
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