Fatto in grande, fatto bene.
di Paolo Vitale
L’operazione era molto rischiosa: un titolo inedito, la libera interpretazione di un classico di Shakespeare, gli allievi di un’accademia, il saggio di fine anno… Il risultato è stato a dir poco sbalorditivo!
Stiamo parlando della scommessa, assolutamente vinta, di Simone Nardini, direttore della MTS (Musical The School) di Milano e dei suoi allievi che hanno portato in scena un sorprendente Midsummer Night’s Circus (MNC).
Dopo aver visto questa esibizione al Barclays Teatro Nazionale dobbiamo necessariamente rimodulare il significato che attribuiamo alla parola “saggio”. Dimenticate teatrini di provincia e sale parrocchiali. Dimenticate costumi cuciti dalle mamme e dalle zie. Dimenticate luci e microfoni arrangiati alla meno peggio: Midsummer Night’s Circus è stato a tutti gli effetti uno spettacolo professionale degno di nota.
Certo, la giovane età ed una certa inesperienza degli interpreti non si son potute celare del tutto, ma è giusto che sia così e Marco Bellocchio ha diretto magistralmente e con intelligenza i numerosi ragazzi in scena.
MNC è il prodotto della collaborazione artistica di Antonio Torella (liriche e musiche) e di Tobia Rossi (libretto) sotto la supervisione generale di Nardini. L’idea, apparentemente “strana”, funziona alla grande: il “Sogno di una notte di mezza estate” rivive sotto il magico tendone di un circo e tutti i suoi protagonisti non sono altro che giocolieri, acrobati e clown. A parole potrebbe sembrare una grossa ed inutile forzatura, ma in effetti la scrittura scorrevole ed intelligente porta lo spettatore all’interno della storia con naturalezza e gradualità, tanto che alla fine il circo sembra il posto più ovvio nel quale ambientare il Sogno di una notte di mezza estate.
L’operazione di questo tipo ricorda molto quello che da anni si fa già nel mondo dell’opera, ovvero trasportare i grandi classici in nuovi ed inediti contesti, non tanto per uno spirito di affermazione vanagloriosa del regista, quanto piuttosto per permettere al pubblico di ri-scoprire significati ormai forse dati per scontati.
Il nostro plauso maggiore va sicuramente a Rossi e Torella perché la costruzione dei dialoghi e delle liriche è stata intelligente e furba al punto giusto: il capolavoro shakespeariano è stato letteralmente scomposto e ricomposto, interpolandolo con i brani musicali e con i pezzi recitati scritti ad hoc.
Per fare da trait d’union alle quattro storie in scena (il circo, gli innamorati, Oberon e Titania, i comici) viene creato un narratore di webberiana memoria: Filostrato. Nei panni di questo “Che” un bravissimo Roberto Marraffa che ci ha convinto e divertito. Crediamo che Marraffa abbia tutte le carte in regola per diventare un ottimo performer: si è dimostrato forse il più completo del cast (ballo, canto e recitazione).
Musicalmente e strutturalmente lo spettacolo è una buona sintesi tra il musical americano e la commedia musicale italiana: a metà tra Webber (il già citato Che, il tema dell’overture ricorrente, i pezzi di tap…) e Garinei e Giovannini (i momenti corali ed un certo sound a tratti tipico del varietà italiano). Siamo rimasti davvero piacevolmente colpiti da questa fusione di stili e di generi che sembra davvero ben funzionare: forse stiamo trovando una nuova strada al musical italiano!
I bei costumi sono stati disegnati da Nardini stesso e sono stati realizzati dalla sartoria della MTS: difficile credere che si sia trattato di un saggio scolastico! Abbiamo apprezzato moltissimo il tema del bianco e nero declinato in mille versioni: scacchiere, pois, balze, righe…
Vocalmente dobbiamo dare una menzione speciale a Marina Tafuri che ha regalato una sensuale, austera ed energica Titania. Probabilmente la Tafuri è la voce migliore del cast. Siamo certi che troverà spazio nel mondo dei professionisti.
Al suo fianco David Negletto nei panni di Oberon. Negletto, dall’indubbia presenza scenica, ha portato a casa il ruolo con coerenza ed impegno. Inseparabile compagno di scena di Oberon è Puck, interpretato da Federica Caroppa che ha fatto un ottimo lavoro sul corpo e sul movimento.
Bravi ed affiatati i 4 innamorati del Sogno: Luca Pozzar (Lisandro), Valeria Citi (Ermia), Alessandro Milone (Demetrio) e Viola Zanotti (Elena). Hanno tutti dimostrato di conoscere bene i tempi teatrali e hanno restituito delle ottime scene comiche. Una su tutte quella in cui Lisandro e Demetrio si sfidano con l’indice puntato.
Perfetti tempi comici anche per i ragazzi della “la compagnia” di Piramo e Tisbe: Mariano Jaime (Chiappa), Samuel Venturini (Antenna), Beatrice Maschi (Gagio), Alessandro Airò (Dritto), Lisa Paris (Gioia) e Chiara Galliani (Moira). Hanno regalato le scene più divertenti dello spettacolo e hanno dimostrato ottime capacità interpretative. Un vero spettacolo nello spettacolo! Completano il cast dei ruoli: Carmelo Gerbaro (Egeo), Alessandro Fanizza e Elisabetta Sabatini.
Bravi anche i numerosi ragazzi dell’ensemble che hanno fatto rivivere gli strani personaggi e le affascinanti creature del circo e del mondo fatato, eseguendo le coreografie del sempre ottimo Stefano Bontempi.
Non ci resta che complimentarci con Simone Nardini e con i ragazzi della MTS per l’ottimo risultato raggiunto: se tutti i saggi scolastici fossero così giugno sarebbe teatralmente il mese migliore dell’anno!