Fratepietro Superstar. Nuovo en plein di pubblico e di applausi per il secondo appuntamento di MUSICALmente, ricco di ospiti annunciati e a sorpresa.
di Ilaria Faraoni
Formula vincente… si cambia e… si vince ancora. È quello che ha fatto Stefania Fratepietro nella seconda delle quattro serate previste al Teatro Golden di Roma: un percorso che celebra i più bei brani dei musical dagli anni Trenta ad oggi.
Da Jesus Christ Superstar a Mamma Mia! era il sottotitolo che annunciava il tema dello spettacolo diretto da Massimo Natale che ne firma l’ideazione ed i testi con la Fratepietro, Ennio Speranza e Marco Bosco: un vero e proprio One Woman Show quello di marzo, con tanto di cambi d’abito e interviste agli ospiti intervenuti.
Da una impostazione più “calma” e classica della prima serata, con le canzoni e gli autori introdotti da una spiegazione e interventi più “studiati” degli ospiti – una formula che ben si sposava al tipo di musica ed al periodo in questione – si è passati alla velocità del pop e del rock: medley senza presentazioni, movimento, scatto, passi di danza, interviste da talk show con gli ospiti intervenuti e momenti di improvvisazione che hanno creato grande spettacolo costituendo i picchi del divertimento, con quelle sane risate che possono nascere solo dalla verità e da grandi artisti padroni del palco in ogni circostanza, perché il palco è casa loro.
La Fratepietro ha mostrato immediatamente il mood della serata, partendo in quarta con un pezzo esplosivo come All That Jazz, cantando e ballando sensualmente e mostrando così un’altra delle sue diverse sfaccettature artistiche. Ad accompagnarla il maestro Marco Bosco al piano (direttore musicale e autore degli arrangiamenti), Pasquale Pellegrino al basso e al contrabbasso, Matteo Rossi alle percussioni ed Emanuele Di Genova alla chitarra: grande lo spazio che in questo secondo appuntamento hanno avuto i musicisti, visti i numerosi mix o le diverse introduzioni strumentali dei musical toccati, che hanno ripetutamente trascinato il pubblico a tenere il tempo con le mani. In più c’è da menzionare una new entry: il coro formato dai giovani allievi della scuola Melody Music School, preparato per l’occasione dal maestro Bosco e da Francesco Di Nicola, uno degli ospiti annunciati, assente dell’ultima ora per motivi di salute.
All Thath Jazz ha introdotto anche la prima ospite della serata, Laura Ruocco, che, dopo aver recitato un pezzo da Chicago, ha duettato con la padrona di casa e ha parlato della sua esperienza nell’allestimento italiano del musical di qualche anno fa (produzione americana) con Luca Barbareschi, Lorenza Mario e Maria Laura Baccarini. L’aver lavorato in quello spettacolo le permise, fin da allora, di capire quanto il talento italiano non avesse in realtà niente di meno rispetto a quello d’oltreoceano e, allo stesso tempo, le fece amare il metodo e la serietà delle produzioni estere.
Dopo Maybe this time da Cabaret, le inconfondibili note suonate dalla chitarra di Di Genova hanno annunciato Jesus Christ Superstar ed il momento Webber: con quella voce dalla coloritura angelica che il pubblico che la segue conosce bene, la Fratepietro a sorpresa ha interpretato Everything’s Alright e I Don’t Know How To Love Him. “A sorpresa” è detto semplicemente perché conoscendo una delle ospiti che sarebbero arrivate nella serata ed il suo repertorio, si poteva credere che quei brani non sarebbero stati cantati da Stefania: la scelta, però, ha creato in seguito uno dei momenti più divertenti dello show con tanto di tormentone (“Mamma mia!”), quindi anche in questa occasione la Fratepietro ha giocato sul non ovvio ed ha vinto.
Toccando Webber non potevano mancare poi gli omaggi a Cats, con una emozionante Memory, ed a Il fantasma dell’Opera, succedutisi senza soluzione di continuità: sul finale di Think of me, la padrona di casa si è lanciata in una serie di gorgheggi e giochi vocali salutati da interminabili ovazioni.
Solo allora la Fratepietro ha ripreso il ruolo di conduttrice annunciando, a conclusione del blocco Webber, “Uno dei suoi musical più epici”, come lo ha definito lei stessa: Sunset Boulevard. E non poteva che entrare lei, Donatella Pandimiglio, che ha commosso ed entusiasmato il pubblico nei panni di Norma Desmond, con una interpretazione magistrale del personaggio e di With one look, nella versione italiana creata per lo spettacolo diretto da Federico Bellone di cui la Pandimiglio è stata protagonista la scorsa estate (traduzione, adattamento e parole italiane delle canzoni di Franco Travaglio). Artiste come la Pandimiglio, ancora una volta, fanno rendere conto di quanto non abbiamo proprio niente da invidiare all’estero.
Con la Pandimiglio si è aperto anche l’omaggio a Stephen Sondheim con Send in the clowns (da A little night music) che Donatella ha definito “Una goccia di rugiada del teatro musicale”.
Dopo Losing my mind da Follies, la Fratepietro ha aperto le danze: l’orchestra ed il pubblico si sono scatenati sulle celebri Mamma mia! e Dancing Queen degli Abba ed ecco arrivato anche il momento dell’incontenibile Brunella Platania, entrata a metà della seconda canzone. Ed è stato il delirio! Perché Fratepietro e Platania insieme costituiscono una coppia che fa il botto: una vera e propria esplosione che investe il pubblico, non solo a livello emozionale come in altri casi (si ricordi E non finisce mica il cielo di Gianfranco Vergoni, regia di Fabrizio Angelini o Mi Amo di Serena Mastrosimone e Gino Matrunola), ma anche a livello comico. Infinite le gag, le battute, il gioco con gli sgabelli con tanto di posa “in allongé”, che ha sottolineato la struttura del teatro, con il pubblico su tre lati, rendendo tale particolarità un elemento protagonista della scena.
Impossibile descrivere il momento di spettacolo che sono riuscite a creare insieme, queste artiste. Bisognava esserci. Non resta che fare un appello a produttori e registi: fate lavorare più spesso insieme la Fratepietro e la Platania; un mix letale, in senso buono. Più di qualcuno ha pensato e ha scritto, a commento della serata: “Le vogliamo insieme a Sanremo!”, e non solo a cantare.
Brunella, come del resto Stefania, è una forza che si fa sentire, ti arriva addosso, ti cattura, ti ammalia. La Platania poi non si è lasciata sfuggire nessun appiglio per piazzare quelle sue battute che arrivano diritte e veloci come una freccia, tanto più efficaci perché non preparate: dall’incontro con Carl Anderson, al ruolo di Maddalena, da lei interpretato in Jesus Christ Superstar (versione Compagnia della Rancia), al tormentone su Mamma mia!. In mezzo a tante risate fragorose e acclamazioni forti del pubblico presente, le due performers hanno regalato anche momenti intensi, a cominciare dalla magnifica interpretazione del duetto tratto da Chess, I Know him so well. Poi, ben amalgamate tra tanto divertimento, anche alcune riflessioni di Brunella molto significative: la prima rivolta al pubblico quando, notando quanto il teatro fosse pieno, la Platania ha sottolineato come ciò dimostrasse che “La musica, il musical, le storie, ci uniscono ancora”.
Parlando poi di Jesus Christ Superstar, l’opera che ha costituito “la chiave di svolta” della sua vita, facendola innamorare del musical, Brunella ha spiegato come lavori del genere vadano affrontati a cuore aperto e come il teatro musicale abbia, dalla sua, un linguaggio che alleggerisce anche il messaggio più profondo, facendo in modo che questo entri nell’anima e lì vi rimanga come qualcosa di importante. E visto che nella vita tutto torna, Brunella Platania ha annunciato anche il suo nuovo impegno con Jesus, questa volta in vesti di regista associata, chiamata accanto a sé niente di meno che da Steve Balsamo, per guidare una giovane compagnia di Napoli.
Si è cambiato poi registro per l’ultima volta, con un coinvolgente medley che ha fatto scatenare la sala e che ha visto protagonista l’orchestra, da La Piccola Bottega degli Orrori a Disco Inferno, da Flashdance… What a Feeling e Maniac a Footloose per arrivare a Fame dove Stefania Fratepietro, girando per la sala, ha lasciato il microfono al pubblico, scovando anche amici e colleghi nelle prime file. Del resto Fame la Fratepietro lo ha fatto in teatro, nel primo cast, scelta proprio dal creatore e produttore originale del film, David De Silva.
Un altro artista che lo ha interpretato – in anni diversi – in teatro, è stato Mirko Ranù, l’ultimo ospite tra quelli annunciati, che ha duettato con la Fratepietro in Out here on my own, tratto appunto da Fame.
E se Ranù era l’ultimo ospite previsto, altri ce ne sono stati a sorpresa, pescati dal pubblico da una Fratepietro con sguardo accattivante e tentatore: Simone Leonardi, già intervenuto ufficialmente nella prima serata, e Antonello Angiolillo. I due sono stati catapultati sul palco e molto simpaticamente sono stati al gioco e del resto come non sfruttarli per ricostituire il trio dell’acclamatissimo Priscilla, la regina del deserto? E allora di nuovo via alle danze con It’s raining man e Material girl prima del ritorno in scena di Ranù che con slip, gilet aperto e stivali con tacco altissimo (tra le grida femminili e qualche donna che ha allungato pure le mani) si è esibito in I say a little prayer e I will survive, tra gli amici e colleghi ormai coinvolti sul palco in una festa generale.
Ha chiuso la serata tutto il cast di artisti intervenuti con quello che ormai è un classico: Seasons of love/Stagioni d’amore, metà in inglese, metà in italiano, da Rent.
Si ricorda il terzo appuntamento, il 15 aprile, che sarà dedicato alla coppia, con i duetti più belli dei musical. Accompagnerà la Fratepietro per tutta la serata Cristian Ruiz. Previsti poi tanti ospiti.
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