FRATEPIETRO, RUIZ ED OSPITI: FORTI, FORTI, FORTI!
Serate ad alto tasso artistico quelle dedicate al musical, al Teatro Golden di Roma.
di Ilaria Faraoni
Si pensa di conoscere tutti i lati artistici di Stefania Fratepietro dopo averla vista in decine e decine di spettacoli diversi? Non è così: ogni volta la Fratepietro riesce a stupire mostrando un lato nuovo di sé. L’unica cosa che ancora le manca forse è saper volare, e non meraviglierebbe se ci riuscisse davvero anche se, artisticamente, ne è già capace. Sorprendere con nuove sfaccettature artistiche è quello che ha fatto anche mercoledì 15 aprile al Teatro Golden di Roma, per il terzo e penultimo appuntamento con MUSICALmente, una serie di serate per celebrare il musical internazionale in un percorso che dagli anni Trenta giungerà, con la serata del prossimo 11 maggio, alla commedia musicale italiana.
Se da queste pagine trapela molto entusiasmo per un’artista come la Fratepietro o per altri performer di cui capita di scrivere è perché l’Arte, quella vera, deve vivere di entusiasmo: atteggiamenti distaccati o snobismi non le giovano. Si guarda troppo spesso all’estero, si esalta troppo spesso ciò che è lontano e irraggiungibile e non si mette abbastanza in risalto o si sottovaluta ciò che abbiamo a due passi da noi, solo perché è troppo “a portata di mano” o perché la televisione non dà il giusto spazio al teatro. In Italia – in questo contesto si parla ovviamente di teatro musicale – abbiamo un parco artisti eccezionale: valorizzarlo dovrebbe essere un dovere di spettatori, critica, registi, colleghi performer, produttori e gestori e direttori di teatri.
Un applauso va dunque prima di tutto al regista Massimo Natale ed al Teatro Golden diretto da Andrea Maia per aver creduto in un progetto del genere, che ha permesso al pubblico di vivere delle vere e proprie serate di festa che fanno bene al cuore, tra ottima musica dal vivo, gag divertenti, improvvisazioni, giochi e battute che col sorriso introducono spunti di riflessione sulla situazione dello spettacolo italiano, interviste, performance di altissima qualità, il tutto condito con la semplicità e la naturalezza che conferiscono ancora maggiore piacevolezza allo show. E non si dimentichi l’orchestra di quattro elementi abilmente capitanata da Marco Bosco al piano, direttore musicale ed autore degli arrangiamenti.
Un applauso va poi al pubblico, che non è così sprovveduto come si crede e che sa apprezzare il valore, quando gliene viene data l’occasione.
Dulcis in fundo un applauso va fatto anche ai tanti colleghi della padrona di casa che, ospiti in scena o presenti tra il pubblico, stanno sostenendo e supportando l’iniziativa con entusiasmo, alla faccia delle invidie che spesso si immaginano come elemento specifico e assoluto del mondo dello spettacolo.
Terminata la doverosa premessa entriamo nel merito di Let’s duet! Questo era infatti il sottotitolo ed il filo conduttore del terzo appuntamento, dedicato a tutti i rapporti di coppia; ancora una volta Stefania ed i suoi coautori (Marco Bosco, Massimo Natale ed Ennio Speranza) hanno cambiato registro rispetto ai precedenti spettacoli e per farlo hanno chiamato in causa un altro dei punti fermi del musical italiano, Cristian Ruiz, che ha condiviso con la Fratepietro la scena dell’intera serata.
Il duo è vincente: Ruiz e la Fratepietro stanno molto bene insieme dal punto di vista artistico e sono anche due perfetti intrattenitori, pronti a cogliere ogni spunto per trasformarlo in un momento di spettacolo. Ruiz si è confermato un performer completo sotto ogni aspetto, tra i migliori in circolazione, dotato per di più di una carica di energia contagiosa, autoironia in quantità e allo stesso tempo grande capacità di scavare nel profondo, quando il momento lo richiede.
Come di consueto l’opening è stato spiazzante. Protagonista la coppia per eccellenza, quella formata da Romeo e Giulietta, annunciata da una voce fuoricampo che lasciava presagire qualche brano tratto dall’opera musicale di Presgurvic, così come ci si aspettava anche dal comunicato stampa. Ed in effetti il brano “Ama e cambia il mondo” non è mancato, canticchiato però (con una trovata semplice ma geniale al tempo stesso) da una moderna quanto burina Giulietta/Fratepietro munita di auricolari e iPod, che attende l’arrivo dell’altrettanto burino Romeo: poco ci manca che i due non si piantino in asso rinfacciandosi quel che pensano di loro i rispettivi genitori e quel che i due “innamorati” pensano, a loro volta, dei rispettivi “suoceri”. Il balcone? Non c’è stato bisogno di nulla, tutto il pubblico lo ha “visto” anche se non c’era: è bastato che Giulietta fosse in posizione elevata rispetto a Romeo, sulle gradinate della platea, quasi sotto alla zona regia, in mezzo agli spettatori.
Questo è un tipo di teatro che ci piace.
L’apertura musicale vera e propria è avvenuta con un classico di Burt Bacharach, I’ll never fall in love again da Promises, Promises, brano conosciuto anche al di là del musical grazie a Dionne Warwick che lo incise nel 1979: una ventata di eleganza raffinata a bilanciare il momento ironico iniziale. Del resto sui contrasti di atmosfere è stata costruita sapientemente la serata. Nota di colore: la Fratepietro ha fatto parte del cast italiano di Promesse, Promesse, con Gianluca Guidi e Maria Laura Baccarini.
L’uscita momentanea della padrona di casa ha poi lasciato spazio alla prima ospite, Federica Buda, annunciata sulle prime dalla sola voce fuori scena, che si è unita a quella di Ruiz sulle note della trascinante Total Eclipse of the Heart.
La Buda, che in molti conoscono per le partecipazioni a The Voice of Italy e a Forte, Forte, Forte (dove è arrivata alle semifinali), è un’artista che si fa notare al primo impatto per personalità, presenza scenica che cattura, pulizia e precisione vocale. Forse troppe qualità per farla andare più avanti o farle addirittura vincere i suddetti programmi? Nota polemica a parte, le auguriamo una carriera brillante non solo nella discografia, ma anche nel teatro musicale per il quale si è preparata al LIM (Laboratorio Ials Musical diretto da Cesare Vangeli). Del resto, in un altro talent su reti private locali, Music Mob, promosso da Raffaele Pandolfi Events e condotto da Benedetto Dionisi, la Buda risultò vincitrice al cospetto di un trio di valenti rappresentanti del mondo del musical: la Fratepietro stessa, Valeria Monetti e Davide Misiano (giuria fissa) più alcuni giudici ospiti nelle diverse puntate quali Luca Notari, Brunella Platania e Simone Sibillano.
Federica e Cristian, (anch’egli appartenente ai tanti illustri performers Forti, Forti, Forti che non hanno collezionato le F necessarie per passare alle fasi successive del programma della Carrà), al motto di “Ora vi facciamo provare quello che abbiamo provato noi!” hanno dato vita ad uno dei momenti più divertenti della serata, ricordando il “Ce la farò” televisivo, con tanto di spettatori delle prime file “uccisi” al tocco della mano dei due artisti, che hanno scelto con cura le loro “vittime”.
In un clima già surriscaldato si è giocato subito al raddoppio con una Fratepietro che è tornata in scena irrompendo a sorpresa con i suoi gorgheggi sulle note di Io spero/Non ho che un canto (da Biancaneve): un duetto/parodia con Ruiz accompagnato da gestualità ed espressioni capaci di scatenare applausi a scena aperta, ripetuti poi per tutto il medley dedicato ai cult della Disney. Un bel gioco di entrate ed uscite ha caratterizzato L’amore è nell’aria stasera (Buda – Ruiz da Il Re Leone) ed Il mondo è mio (Fratepietro – Ruiz da Aladin).
Il trio Fratepietro/Buda/Ruiz per l’armonia delle voci, il feeling palpabile e quella scintilla che accende di luce speciale alcune collaborazioni artistiche, è da prendere in seria considerazione anche per altre occasioni future. Per rimanere nel clima evocato durante la serata, i tre sono veramente Forti, Forti, Forti, anzi: Fortissimi!
La Bella e la Bestia, brano concluso in uno splendido quartetto, ha segnato poi l’arrivo di Roberto Rossetti.
Per il gioco delle alternanze, la serata ha virato su toni più intimi e seri. Dopo le emozioni suscitate con altri due pezzi tratti da La Bella e la Bestia, Home (cantato dalla Fratepietro) e Se non so amarla (cantato da Rossetti) salutati da ovazioni del pubblico, è arrivato il blocco dedicato a Salvatore Giuliano, il musical di Dino Scuderi con i testi di Pierpaolo Palladino e Franco Ingrillì (liriche aggiunte di Stefano Curina). Un Rossetti veramente toccante e quasi scosso dopo l’interpretazione (come per il precedente brano), ha commosso altrettanto il pubblico con “Angelo mio”, accompagnato dalla Fratepietro e, al piano, proprio dall’autore Dino Scuderi, già ospite annunciato per l’ultimo appuntamento con MUSICALmente dell’11 maggio.
Sarà proprio Rossetti, in qualità di regista, coreografo e direttore musicale, a far rivivere lo spettacolo di Scuderi (che in passato ha visto interpreti come Giampiero Ingrassia, Tosca e Barbara Cola) con i ragazzi della scuola Ritmosfera di Porto Potenza Picena, nelle Marche (8 – 10 maggio); si tratta di ragazzi da tenere d’occhio, capitanati da Francesco Properzi (nel ruolo del titolo), giovani che si affacciano per le prime volte a questo mestiere e che hanno saputo reggere il palco già da professionisti, presentando un breve estratto corale dello spettacolo, con una grinta ed una voglia di fare che molte volte non si riscontrano in cast più “navigati”. Molto apprezzato, a giudicare dal’esibizione proposta, anche il lavoro coreografico di Rossetti.
Interessante anche la presentazione di un altro progetto tutto italiano, Processo a Pinocchio, scritto e diretto da Andrea Palotto con le musiche di Marco Spatuzzi e la direzione musicale di Federico Zylka, che sarà al Salone Margherita di Roma dal 29 aprile, dopo alcune date in giro per l’Italia: si tratta di una psico-commedia noir a carattere musicale, come si legge nella pagina fb ufficiale dello spettacolo. Nel cast lo stesso Ruiz, (anche la Fratepietro, ma non per le date romane), che ne ha proposto un brano musicale.
Altro ospite, altro registro: Giuseppe Galizia (nel cast dell’attesissimo Billy Elliot al Teatro Sistina) ha portato in scena il tocco leggero dei grandi classici già assaporati nella prima serata, con le sue claquettes. Con Buongiorno/Good Morning (tratto da Cantando sotto la pioggia) – brano durante il quale la Fratepietro ha dimostrato di saper tenere testa con una base di tip tap anche a due ballerini (Ruiz e Galizia) – e Cheek to Cheek (da Cappello a cilindro), il pubblico ha riassaporato le atmosfere pulite e spensierate del cinema musicale degli anni d’oro, ed è sempre un grande piacere.
Impossibile citare tutte le altre numerose esibizioni che hanno toccato titoli notissimi, da La febbre del sabato sera a Miss Saigon (versione musical della Madama Butterfly di Puccini), da Cabaret e Titanic a Moulin Rouge. Ci soffermiamo sulla celeberrima Unchained Melody di Ghost per la presenza di Federica Fazioli che ha portato in scena l’eleganza, la classe e, al tempo stesso, la forza espressiva della sua danza poco prima del gran finale che, sulle note di (I’ve had) The time of my life, ha fatto scatenare il pubblico e tutti gli ospiti, rientrati in sala con un bel trenino, come si vuole nella tradizione delle migliori feste e, per quanto riguarda MUSICALmente, di festa si tratta.
2 thoughts on “REVIEW – MUSICALmente 03”
Comments are closed.