UNO SPETTACOLO DAVVERO… FUORI DAL NORMALE!
di Davide Garattini
Banale dirlo ma… nulla è normale di fronte a Next to normal!
E’ arrivato per la prima volta in Italia al Teatro Baraccano di Bologna, all’interno del “A Summer Musical Festival”, e probabilmente non sarà facile rivederlo in altri teatri, essendo molto lontano dalle programmazioni delle stagioni teatrali italiane, che dimostrano sempre di più la loro ottusità nella scelta dei titoli, relegando il mondo del musical solamente ad una nicchia d’intrattenimento frivolo. Sappiamo benissimo che non è così e Next to normal è l’esempio calzante che qualcosa di “scomodo” può esserci anche nel mondo musical e diventare lo stesso un successo planetario.
Un musical-drama con musiche di Tom Kitt e liriche di Brian Yorkey, vincitore del premio Pulitzer 2010. E questo già questo basterebbe per capire che stiamo parlando di un titolo fuori dai soliti cliché. Ma basta poi analizzare la trama, anche solo brevemente, per capire come questa questa “particolarità” abbia radici ben fondate: è la storia di una famiglia americana come tante altre, almeno apparentemenrte, i Goodman, formata da Diana, moglie di Dan e madre di Natalie e Gabe.
Una mamma ed un papà, naturalmente una figlia adolescente e … dopo questi punti di sospensione finiamo di essere normali.
Infatti ben presto ci si rende conto che siamo di fronte ad una madre affetta da disturbo bipolare in fase peggiorativa e dell’effetto che la malattia provoca all’interno della famiglia, dove alla fine sembra che sia impossibile nascondere i drammi della vita ed i brutti ricordi non si possono cancellare mai. Nonostante il dolore e le difficoltà che sembrano insormontabili, la famiglia Goodman cercherà comunque di andare avanti per ritrovare alla fine una loro “normalità”.
Evidente a chiunque che la tematica è decisamente inusuale rispetto ai “cliché” da musical, dimenticatevi lustrini e corpi di ballo, in scena sei performers e … lutto, disordini mentali, abuso di farmaci, suicidio, uso di droga e psichiatria moderna. Niente è normale!
L’allestimento originale è di Michael Greif, lo stesso che ha firmato l’allestimento di Rent, e questo la dice lunga anche sul coraggio di affrontare certi argomenti scottanti per la società americana, ma che possono essere sbattuti in faccia a qualsiasi altra società.
Caratteristica, secondo noi da non sottovalutare, è che questo rock musical è del tutto originale, infatti non è basato su nessun romanzo o film di successo (altra “stranezza” rispetto alle correnti che fanno scegliere i titoli dei musical nel nostro paese).
Comunque ad onor della cronaca Next to normal ha debuttato nell’off Broadway ricevendo critiche entusiastiche e un buon riscontro di pubblico, successivamente è stato trasferito nel più prestigioso Booth Theatre dove è rimasto in scena per 733 repliche. Ma questi sono tutti sintomi che in Italia, purtroppo, non si sanno diagnosticare nel modo corretto!
Certo, tre Tony awards non bastano?! Eppure è così facile!
Sembra che sia una cosa capìta solo dalla BSMT. La scuola bolognese sfodera infatti i suoi “assi” per portare in scena un qualcosa di davvero difficile per un’Accademia. Certo, l’allestimento non è impossibile, ma è la difficoltà dei temi e dei testi che trasforma questo titolo, a nostro parere, tra i più ostici per dei giovani performers, sorvolando su un problema anagrafico che evidentemente una scuola non può risolvere, ammettiamo senza problemi che anche questa volta l’impresa è stata portata a termine con successo.
La direzione della BSMT (mai ringrazieremo abbastanza il lavoro di Shawna Farrell e Giuseppe Lombardo), aveva ben chiaro fin da subito le difficoltà di questo titolo e per questo si affida all’esperienza di Saverio Marconi per la regia, con Marco Iacomelli come associato, il quale spolvera il suo passato d’attore di prosa per fondare questo dramma familiare. Ci voleva qualcuno che sapesse scavare nella recitazione per tirare fuori il musical. Strano anche tutto questo, eppure è così!
In questo titolo più funziona la recitazione e più assaporiamo il teatro musicale. Marconi asciuga i gesti ed intensifica il gioco di sguardi per evidenziare le dinamiche tra i personaggi e le loro crisi emotive. Difficilissimo portare in scena qualcosa di così poco “stereotipato” eppure partendo con un primo atto più tranquillo ed arrivando lentamente alla sua esplosione, cattura sempre di più l’attenzione del pubblico per sferzare dei colpi nello stomaco ben piazzati che nessuno sa accusare.
Va detto che molto di questo merito è grazie alla potenza della musica rock, usata con molta teatralità dal compositore Tom Kitt e all’intelligenza del book di Brian Yorkey, che in questo caso viene perfettamente eseguita da Maria Galantino e la N2N Orchestra, come sempre puntuale e ogni volta in grado non solo di valorizzare al meglio il lato musicale, ma addirittura la musica diventa un personaggio in scena. Con questi arrangiamenti poi è impossibile non sentire questa presenza costante di uno spartito che, dalla prima nota fino all’ultima, è vera espressione del dramma in scena.
Bene le traduzioni di Andra Ascari, forse qualcosina da rivedere ora che si è verificato il lavoro in scena, comunque sia funzionano e raccontano bene i caratteri dei personaggi e sgrana la storia con chiarezza.
Il cast molto giovane combatte dall’inizio fino alla fine per dare al pubblico “la giusta età”,compito non facile, ma assicuriamo che in molti momenti e soprattutto nel secondo atto il risultato è più che buono. Lavora sul vero mestiere dell’attore, per cui, incurante dell’anagrafe e cercando più possibile di costruire i vari personaggi, approfondisce le caratteristiche di ogni età, non stereotipando, ma rubando le posture e gli atteggiamenti di chi realmente nella vita potrebbe essere un padre od una madre.
Claudia Belluomini ha il compito arduo e faticoso di portare in scena il ruolo di Diana, ancora un po’ troppo per lei, ma con volontà e determinazione porta a termine la recita. Sarebbe bello rivederla in questo ruolo fra vent’anni.
Brian Boccumi nel ruolo di Dan stravolge il suo modo di lavorare che in passato abbiamo conosciuto, con ruoli sicuramente molto più vicini a lui, ma questa volta siano lontani: vent’anni separano Brian dall’età di Dan, eppure con profonda concentrazione riesce a portare in scena uno dei ruoli meno “teatrali” dello spettacolo; sintetizza e chiude molto i movimenti e i gesti; lavora tanto su espressività delle mani rispetto ad un volto molto più cupo, rigidità dei passi e nelle posture… tutte ottime armi per arrivare ad un buonissimo risultato. Deve ritenersi molto soddisfatto di se stesso e da qui cominciare un buon cammino.
Renato Crudo è Gabe ruolo affascinate e a lui anche il brano più popolare, ma al di là di questi vantaggi va riconosciuto che è davvero molto bravo, è cresciuto tanto rispetto agli altri spettacoli precedenti, ottima voce e presenza scenica sicura.
Sicuramente ruoli più alla portata quelli di Agnese Prati (Natalie) e Luigi Fiorenti (Henry): bravi a non strafare cercando una certa naturalezza nei personaggi.
Nicola Fesani nel doppio ruolo degli “psichiatri” è interessante e mostra un lato da non sottovalutare, da tenere d’occhio per gli anni a venire.
Tutti e sei vocalmente molto sicuri anche di fronte ad uno spartito non comodo e non facile. Particolarmente efficaci i momenti d’insieme così come duetti e terzetti.
Banale ri-dirlo ma… nulla è normale di fronte a Next to normal!
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Ecco le interviste che abbiamo fatto a Saverio Marconi ed ai protagonisti del musical, Claudia Belluomini e Brian Boccumi. Servizi a cura di Giorgio Riso e Federico Formigoni in collaborazione con Centralpalc.com