di Erica Culiat
Ritornano. Gli spettacoli di successo ritornano sempre al Politeama Rossetti – non si sa ancora per quanto, visto la politica anti-musical che l’amministrazione triestina vocifera da tempo -.
Per il momento ci siamo goduti Thriller Live in scena dal 15 al 18 maggio, versione U.K. Tour e unica data italiana.
Cinque anni di assenza, ma il trionfo, anche se con meno spettatori della volta precedente, si è rinnovato. Protagonisti strabilianti. A partire da Cleo Higgins, star di The Voice UK 2013 e il biondo rockettaro, come è apparso, abbiamo pensato che avrebbe potuto fare il protagonista di Rock of Ages, Jesse Smith (lo potete vedere anche nei film di Harry Potter, Il calice di fuoco e I doni della morte 1 e 2).
Voce vellutata, potente, lei, quella di lui, un pugno nello stomaco. Loro sono stati la panna sulle fragole, ma tutto il cast era all’altezza del ruolo che ricopriva. Da Tyrone Lee il narratore che alternava canto e ballo con scioltezza e savoir faire al sosia di Michael Jackson, David Jordan, infastidito soltanto dai boccoli sugli occhi a tutti gli altri.
Allestimento rutilante di luci, le solite due scale laterali che convergono su una passerella, medesimo il gioco di proiezioni, la palla da discoteca che scende, la scritta finale di Bad scheggiata sul muro con una finta bomboletta di spray.
Rimaniamo sempre stupiti dalla perfezione dell’impianto tecnico, luci, installazioni video, suono. Raggiungeremo mai questi livelli? Speriamo. Un giorno. È un allestimento notevole, ma non faraonico, dove tutto è pensato e curato. Non a caso è ancora in cartellone nel West End ed è impegnato anche in un tour mondiale. Da Vienna a Trieste a Monaco.
Regia veloce e coreografie da videoclip affidate sempre a Gary Lloyd, abituato a lavorare con Robbie Williams, Will Young, Leona Lewis.
L’avevamo già scritto. Non è un amarcord strappalacrime. Ci sono degli artisti che interpretano le hits di Jacko, senza fargli il verso – e cantare Jacko con quelle sue note alte, non è proprio una passeggiata! -. Ci sono assoli, duetti, terzetti, che ci permettono di vedere e ascoltare dal vivo ancora i suoi successi planetari. Manca in questa versione il ragazzino che interpreta M.J. da giovane, ma questo nulla toglie allo spettacolo creato e in parte prodotto da Adrian Grant ancora nel 2006. Grant, primo giornalista inglese ammesso a Neverland, il primo a scrivere sul ritiro di Jacko, il primo a lanciare la prima fanzine alla fine degli anni Ottanta.
Ci siamo seduti sprofondando nel sound pop, dal vivo, è ovvio, di Dangerous, Beat It, They Don’t Care About Us, Billie Jean, Bad, Smooth Criminal e l’immortale Thriller. Serata adrenalinica e danzante.
A questo punto manca soltanto di vedere One, il tributo che il Cirque du Soleil ha fatto a Michael Jackson a Las Vegas e ci potremo dichiarare pienamente soddisfatti.