Di Max Croci.
Benvenuti a “Polvere di stelle”!Qui si parla del passato, per alcuni un po’ polveroso, per molti sempre brillante, con le dive e i divini di Broadway e di Hollywood da scoprire o riscoprire.
Iniziamo con una sfida. Sul ring troviamo la “venere di bronzo” Lena Horne contro la pantera Ava Gardner, entrambe coinvolte nella più famosa versione cinematografica di “Show Boat”.
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Tutto ha inizio nel lontano 1927…
Mentre a Broadway “Show Boat” raccoglieva i consensi di critica e pubblico e si apprestava a diventare uno dei musical americani più importanti e significativi di sempre, a Hollywood già si pensava di sfruttarne il successo girando la versione cinematografica del romanzo di Edna Ferber.
Ma per l’industria cinematografica il 1927 fu un anno di cambiamenti radicali. Il successo del “Cantante di Jazz” aprì le porte ai “film parlati” e tutti gli studi si dovettero attrezzare per competere con la nuova invenzione della Warner, che aveva prodotto il film.
Così anche la Universal, che aveva acquistato i diritti di “Show Boat”, sotto la direzione dello storico produttore Carl Laemmle, decise di aspettare a distribuire il film, prendendosi del tempo per rigirare alcune scene con il sonoro ed includere – “last minute” – alcune canzoni dello show.
Lo stesso Laemmle, pochi anni dopo, decise di produrre con il figlio (Carl Laemmle Jr.) una nuova sfavillante versione di “Show Boat” rendendo giustizia al magnifico lavoro di Jerome Kern e Oscar Hammerstein II.
Era il 1936 e la regia venne affidata a James Whale, figura fondamentale per la Universal, colui che aveva portato al successo la casa di produzione con tre film fanta/horror entrati nella storia: “Frankenstein”, “L’uomo invisibile” e “La moglie di Frankenstein”. Le invenzioni visive di Whale, che ancora oggi influenzano registi come Tim Burton, rendono “Show Boat” (“La canzone di Magnolia” per la distribuzione italiana) la miglior versione filmata del musical. Nella parte di Magnolia troviamo l’attrice brillante Irene Dunne, regina di commedie sofisticate e di melodrammi romantici, mentre il più piccolo ma fondamentale ruolo di Julie venne affidato a Helen Morgan, ovvero la protagonista della versione teatrale del ‘27. La loro versione di “Can’t Help Lovin’ Dat Man” con la Dunne che danza facendo il verso ai piantatori di cotone vale il film. Così come la versione di “Ol’Man River”, cantata da Paul Robeson, magnificamente ripresa e montata da Whale, mette ancora i brividi.
Helen Morgan, cantante raffinata e malinconica, ebbe una vita breve e difficile. Per gli appassionati di “polvere di stelle” o “stelle in polvere” consiglio il film biopic sulla sua vita diretto negli anni ’50 da Michael Curtiz ,“Quando l’amore è romanzo” (“The Helen Morgan Story”, 1957), con un giovane Paul Newman e la modesta Ann Blyth nel ruolo della Morgan.
“La canzone di Magnolia” fu un successo ma gli alti costi di produzione, andati ben oltre le previsioni, obbligarono Laemmle al ritiro.
Negli anni ’50 la MGM decise di girare una nuova versione di “Show Boat”, cercando di imprimervi il proprio marchio di fabbrica: costumi e scenografie sfarzose e soprattutto il Technicolor.
Erano passati diversi anni dalla versione di Whale e il battello “Cotton Blossom” era pronto a muovere le sue pale su un Mississippi dai colori sfavillanti.
In realtà la MGM accarezzava da tempo l’idea di farne una nuova versione e una “prova generale” venne fatta nel 1946 con il film “Nuvole passeggere” (“Till the Clouds Roll By”), un biopic sulla vita di Jerome Kern. Il film, una sorta di parata di stelle (da Judy Garland a Frank Sinatra), si apre proprio con la ricostruzione della prima di “Show Boat” a Broadway: 15 minuti di pezzi musicali ininterrotti (una sorta di best of del musical) con la giovanissima soprano Kathryn Grayson nel ruolo di Magnolia e l’incomparabile Lena Horne in quello di Julie.
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La storia di LENA HORNE ha più di un punto in contatto con il personaggio di Julie. Cantante e attrice afroamericana dalla pelle chiara e dalla voce incredibile, Lena fu la prima diva di colore a diventare una star per una major come la MGM. Come Julie però le sue origini crearono non pochi problemi e la sua carriera di attrice non decollò mai.
Musetto furbo e vivace, un corpo da pin-up, dopo anni di gavetta come cantante di night-club e la partecipazione ad un film di serie B decisamente trascurabile (“The Duke is Tops”, 1938), Lena ottiene la sua prima parte di rilievo nel film “Cabin in the Sky” (“Due cuori in cielo”, 1943), opera prima di Vincente Minnelli, tratto da una commedia musicale del ’40 e portata sullo schermo dalla MGM con un cast “all black”.
Lena interpreta il ruolo dell’avvenente Georgia Brown, che fa perdere la testa al giocatore d’azzardo Little Joe Jackson spezzando il cuore alla moglie (Petunia), vera protagonista del film, interpretata da Ethel Waters, che aveva portato al successo il musical a Broadway. Il film è un delizioso musical/fantasy con tanto di angeli custodi e diavoli tentatori, che lottano per accaparrarsi l’anima di Little Joe a suon di musica jazz (nel cast c’è anche Louis Armstrong). Lena è perfetta nei panni succinti e un po’ chiassosi di Georgia Brown. Talmente sexy che un suo numero musicale, sapientemente messo in scena da Minnelli in una vasca da bagno piena di schiuma, venne tagliato perché considerato troppo audace.
Il 1943 è l’anno di Lena. Infatti, quasi contemporaneamente a “Cabin in the Sky” interpreta un altro musical con cast “all black” per la 20th Century Fox, “Stormy Weather”. Era un tipo di film molto in voga in quel periodo: tanti numeri musicali tenuti insieme da un’esile trama che permetteva di affiancare canzoni e balletti, garantendo uno spettacolo di grande intrattenimento con l’intento di sollevare il morale al pubblico (spesso composto da militari). La canzone del titolo rimase attaccata a Lena per tutta la vita!
La sua carriera sembrava aver preso il via… Purtroppo non fu così. Nonostante il contratto con la MGM, Lena si ritrovava a dover partecipare a pellicole musicali solo come “guest star”: arrivava, cantava due pezzi e via. Impossibile per lei avere un ruolo recitato in un film con cast interraziale. Purtroppo la situazione era questa e i suoi numeri musicali venivano addirittura tagliati in alcuni stati del Sud dove il razzismo era particolarmente sentito.
Quando nel 1946 la MGM mise in cantiere “Till the Clouds Roll By” (“Nuvole passeggere”, di Richard Whorf) sulla vita e il lavoro di Jerome Kern, a Lena fu affidato il ruolo di Julie nella messa in scena di “Show Boat”. Il suo “Can’t Help Lovin’ Dat Man” rimane una delle versioni migliori di sempre. Max Factor sviluppò per lei un make–up particolare (“Egyptian”) per renderla “unica” e per sottolineare il suo fascino esotico soprattutto per le pellicole girate a colori.
Quando la MGM decise di girare una nuova versione di “Show Boat” Lena pensò che quella sarebbe stata la sua grande occasione. Il ruolo perfetto per riscattarsi anche come attrice e non solo come cantante “guest star”. Ma in quegli ultimi 5 anni una vera “stormy weather” si era abbattuta sulla sua vita e il ruolo di Julie venne affidato alla bellissima Ava Gardner.
Che cos’era successo a Lena? Un doppio scandalo dovuto al matrimonio misto con il pianista bianco Lennie Hayton (tenuto nascosto per tre anni a causa delle minacce razziste che puntualmente Lena riceveva) e alcune accuse da parte della commissione per le attività anti-americane (siamo in pieno Maccartismo) su presunte amicizie con personaggi “sgraditi” alla commissione, allontanarono Lena da Hollywood e dai suoi sogni.
Lena continuò la sua carriera come cantante esibendosi alla radio o nei night-club ritornando al successo nel 1957 con un disco Live di enorme successo: “Lena Horne at the Waldorf Astoria”. Ma dovette aspettare il 1969 e il regista Don Siegel per recitare finalmente come protagonista in un film: “Ultima notte a Cottonwood” (“Dead of a Gunfighter”), un western!
La sua ultima apparizione cinematografica avvenne nel 1978, con il film “The Wiz” (“I’m Magic”, in Italia), la versione all-black del Mago di Oz, con Diana Ross e Michael Jackson.
Nel ruolo di Glinda, Lena canta la meravigliosa “If You Believe In Yourself”.
Nel 1989 vinse un Grammy Award alla carriera che non si è mai conclusa, visto che ha continuato a cantare in molte trasmissioni televisive per tutti gli anni ’90. Ci ha lasciati, novantaduenne, nel 2010.
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AVA GARDNER nel 1951 era già una star affermata. Occhi felini, labbra carnose, corpo statuario, dopo una serie di particine la giovane e bellissima ventiquattrenne Ava esplose nel mondo dello star-system con il film noir “I gangsters” (“The Killers”, 1946), tratto dal romanzo di Hemingway. In quello che è diventato un classico del genere interpreta Kitty, la pupa doppiogiochista di un gangster. In perfetto stile dark lady, fa la sua apparizione ad una festa, fasciata in un abito di raso, appoggiata al pianoforte, mentre canta “The More I Know of Love” con voce suadente. E per molto tempo, malgrado qualche incursione nel musical, quella sarà l’unica occasione per il pubblico di sentire cantare Ava con la sua vera voce.
Infatti, due anni più tardi, Ava venne chiamata ad interpretare nientemeno che la dea dell’amore, nella riduzione cinematografica di una commedia musicale con musiche di Kurt Weill, “One Touch of Venus” (“Il bacio di Venere”, 1948).
Lo spettacolo di Broadway, che rimase in scena dal ‘43 al ‘45 con la regia di Elia Kazan, fu un grande successo e confermò il talento della sua protagonista, Mary Martin. Purtroppo molti brani dello show non vennero inclusi nel film, che si fa ricordare soprattutto per la versione di “Speak Low”, cantata da Ava con la voce suadente di Eillen Wilson.
Tre anni più tardi, a sorpresa, la Gardner interpreterà Julie in “Show Boat”…
Confermata la Grayson per il ruolo di Magnolia, per i produttori della Metro la primissima cantante-attrice pensata per la parte di Julie fu – pensate un po’ – Judy Garland!
Ma i suoi problemi personali e di salute che l’avevano messa a dura prova durante la lavorazione di “L’allegra fattoria” portarono alla rottura con la Major che l’aveva creata. In prima linea ecco schierate Lena e Dinah Shore, due cantanti all’apice della popolarità e del successo. Scartata Lena, per via degli scandali e del razzismo ancora presente, per lo studio la Shore non era un nome abbastanza forte su cui puntare… Ava decisamente sì.
Inizialmente favorevoli ad usare la sua voce, Ava registrò i pezzi del musical sul modello della versione della Horne usata per “Nuvole passeggere”. Le anteprime del film non dovettero convincere molto e preferirono chiamare Annette Warren per doppiare la Gardner (oggi è possibile sentire entrambe le versioni grazie alla ristampa della colonna sonora).
La regia venne affidata ad un “solido” regista di musical della MGM che aveva già diretto film come “Bellezze al bagno”, “Due marinai e una ragazza” e “Anna prendi il fucile”: George Sidney.
Il film, artisticamente inferiore alla versione precedente, riflette perfettamente lo stile della Metro dei primi anni ’50 ed è diventato un classico musical per famiglie. Chissà come sarebbe stata l’interpretazione della Horne…!
Per Ava recitare il ruolo della “nera bianca” decretò una piccola svolta nella sua carriera e da allora i ruoli “etnici” si moltiplicarono: spagnola nella “Contessa scalza” e nella “Maja desnuda” e indiana in “Sangue misto” con la regia di Cukor.
Gli anni ‘50 furono anni d’oro per la Gardner, che interpretò eroine hemingwayane in superclassici come “Le nevi del Kilimangiaro” o “Il sole sorgerà ancora”.
Sarà stato per il suo forte temperamento, per la sua energia dirompente o per il sex appeal animalesco che emanava ma Ava piaceva ai registi “tosti”, come John Ford, John Huston o Nichols Ray.
Il primo le consegnò il suo ruolo migliore di sempre in “Mogambo”, punta sexy del triangolo amoroso che si consuma sotto il torrido sole africano. Con lei recitano il “re” Clark Gable e una giovanissima e già sofisticata Grace Kelly. Gable aveva già interpretato lo stesso ruolo nel film di cui “Mogambo” è remake: “Red Dust” (“Lo schiaffo”, 1932). Ava eredita e stravolge la parte della bionda spumeggiante Jean Harlow. La sua Eloise , detta LatteMiele, è energica, simpatica, sexy, disincantata, romantica sotto la scorza cinica di donna vissuta… Insomma un personaggio che non si può NON amare. E il ruolo le valse la sua unica candidatura al premio Oscar (che, per la cronaca, si portò a casa Audrey Hepburn per “Vacanze romane”).
Gli anni ’60 regalarono ad Ava poche buone occasioni, come “55 giorni a Pechino” di Ray (1963) o “La notte dell’Iguana”, di John Huston (1964). A causa dell’alcol la sua bellezza svanì prematuramente e gli anni ’70 la videro solo fare da guest-star in blockbuster catastrofici come “Terremoto” e “Cassandra Crossing”. Si spense a 67 anni a Londra.
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E finalmente eccole! Lena Vs. Ava:
Lena Horne in “Nuvole passeggere”:
https://www.youtube.com/watch?v=Omb2kItC-JY
Ava Gardner in “Show Boat” (doppiata):
https://www.youtube.com/watch?v=rGOyycNqiWA
Ava Gardner in “Show Boat” (NON doppiata):
https://www.youtube.com/watch?v=iFev0w7VgK8
Helen Morgan (la prima Julie…):
https://www.youtube.com/watch?v=jGOmHFSio3c
Ancora Lena…
https://www.youtube.com/watch?v=s-kJ4cerH9s
E Ava (One Touch of Venus)…
https://www.youtube.com/watch?v=UluAL7GMPWw
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FILMOGRAFIA / PERCORSO (in DVD):
LENA
Due cuori in cielo (1943) – Warner Home Video
Stormy Weather (1943) – Golem Video
Nuvole passeggere (1946) – Ermitage Cinema
Ultima notte a Cottonwood (1969) – Flamingo Video
The Wiz (1978) – Universal Pictures
AVA
I gangster (1946) – Koch Media
Il bacio di Venere (1948) – Ermitage Cinema
Le nevi del Kilimangiaro (1952) – 20th Century Fox
Mogambo (1953) – Warner Home Video
La contessa scalza (1954) – General Video
Il sole sorgerà ancora (1957) – Flamingo Video
SHOW BOAT
“La canzone di Magnolia” e “Show Boat” non sono purtroppo reperibili in Italia. Della versione del 1951 esistono diverse versioni straniere (USA, Francia, Germania) alcune con traccia in Italiano (ed. Francia).
Potete recuperare però molti brani in rete e il biopic su Helen Morgan in DVD:
Quando l’amore è romanzo (1957) – Warner Home Video
Mr. Max, complimenti per questa Sua “Polvere di stelle”…
Stardust e Show Boat sono da sempre la mie musiche preferite, entrambe del 1927!!!
Di questo meraviglioso musical ne esiste anche una versione cinematografica del 28/29 che io dovrei avere tra le mie cose. Sono daccordo con Lei nel dire che la versione più bella è quella del 36, l’ho vista e rivista…
Quello che tanto desidererei vederne una versione teatrale, ma sono da tanto su una sedia a rotelle, ed i posti più vicini sono Londra o New York… ho cercato edizioni in cassetta o varie ma non l’ho mai trovate.
La seguirò nei suoi scritti, grazie e cordialità,
Mario