LA BASSA QUALITA’ DEI MUSICAL IN CIRCOLAZIONE DIPENDE DALLA CRISI ECONOMICA?
di Davide Garattini
Continuano a dircelo che “siamo in crisi”! Ormai in ogni settore si giustificano tagli e altre scelte scellarate con questa magica parola: “la crisi”! “E’ tutta colpa della crisi”, “ci dispiace, ma fino a quando c’è la crisi…”.
Il mondo del teatro non poteva stare a guardare e anch’esso si è adeguato a questa moda! Ma il teatro è davvero in crisi oppure no? E se lo è, che tipo di crisi? Stiamo parlando di “crisi economica” o di “crisi creativa”? Mancano i soldi o mancano le menti?
Sicuramente la parte economica ha il suo peso, investitori ce ne sono sempre meno e di mecenati illuminati neanche l’ombra! Ogni tanto qualche esoso egocentrico, ma tutti passeggeri, il tempo di una stagione ed il “gioco” si rompe e si ritorna ad elemosinare!
Difficile trovare produttori o teatri che investano sul teatro, percchè si sa: “è un campo dove non si diventa ricchi”… mmmmmmm!!!! Ma sarà vero? Chissà cosa ne pensa, giusto per fare un esempio, Guy Laliberté con il suo Cirque du Soleil?!
Sta di fatto che qualche dubbio sull’impossibilità di guadagnare con l’attività teatrale sorge spontaneo! Quindi, forse, la parte economica è solo una conseguenza della mancanza di “cervelli pensanti”? Si, forse è proprio così! Mancano i creativi ed i professionisti! Mancano quei sani “incoscienti” che hanno il coraggio di osare e, sfidando ogni legge di mercato, accettano l’impresa e alla fine diventano i vari Rocky Horror Show o tutte quelle piccole cenerentole che, nate dalla polvere e dalla caparbietà, sono diventate Principesse!
Quindi mancano “le fate”, quelle che trasformano la zucca in carrozza! E di zucche noi ne abbiamo tante!!!
Ogni anno tante piccole “zucche“ crescono anche in Italia… Si chiamano (solo per citarne alcune) Ciao Amore Ciao, Re-Play, Fantasmi a Roma, America… Eppure restano delle belle zucche, perchè i direttori artistici non hanno il coraggio di farle diventare delle belle carrozze scintillanti!
Ma puntare sulle solite “marmellate teatrali” paga? Fare stagioni su frutta cotta, ma conosciuta, riempie davvero le platee? Perchè sia chiaro: se non si punta sulle “zucche” da trasformare, è perchè i direttori artistici vogliono stare tranquilli e sicuri nei loro lettucci. Meglio puntare su nomi “famosi”, rispetto ad investimenti più innovativi e meno conosciuti!
Meglio quindi la conserva che la frutta fresca?
Ma alla fine questa “marmellata” riempie? La “marmellata” si vende? Le sale sono davvero più piene? Sinceramente noi vediamo le platee delle prime abbastanza esaurite, ma sappiamo che più della metà sono inviti gratuiti e cose simili. Nelle altre repliche invece il pubblico c’è? Al pubblico piace davvero la “marmellata”? Siamo così sicuri che la “frutta fresca” non piaccia proprio al grande pubblico?
Certo è che se continuano a far assaggiare papponi di frutta, il palato si assuefà. Invece ogni tanto mordere una bella mela verde…! Si forse le gengive sanguinano, ma fa bene!
Una mela al giorno toglie il medico di torno!
Gentile Direttore
ci sono speranze che la rivista torni in formato cartaceo?
In questi mesi, sinceramente, ho sempre visitato e letto gli articoli pubblicati …purtroppo non rendono come una rivista patinata in mano!
Mi spiace molto…anche perché a noi “fans di teatro” non ci rimane nulla…una recensione che potremmo anche leggere su un giornale on line.
Nel frattempo le auguro di cuore buone feste e un buon 2015…sempre alla grande!
Con affetto e stima Donato ANANIA.
Gentilissimo Dott. Anania, La ringraziamo per l’affetto e la fedeltà che ci riserva. Riteniamo molto difficile che la rivista torni ad essere cartacea. Abbiamo la presunzione di dire che, almeno in questo, siamo stati dei veri pionieri del settore: prima o poi tutte le riviste ed i quotidiani abbandoneranno il cartaceo, è solo questione di tempo. Capiamo perfettamente il senso di “intangibilità” che il web provoca nel lettore, ma noi siamo sicuri che è solo questione di abitudine. In fondo il cartaceo ed i siti internet sono solo strumenti, mezzi… quello che che conta per davvero sono i contenuti. E poi i vantaggi economici sono indiscutibili, sia per noi che produciamo la rivista, sia per voi che la leggete e non dovete più comperarla. Un caro saluto da parte di tutta la redazione.