Il senso degli Italian Musical Awards
Anche per quest’anno, il terzo, ho avuto l’onore e l’onere di partecipare, in qualità di giurato, alle votazioni degli Italian Musical Awards, il premio organizzato da Niccolò Petitto al Teatro Brancaccio di Roma.
In questa sede non mi preme di fare un resoconto dettagliato della serata, che comunque sarà trasmessa prossimamente su Canale 5 (qui la lista dei vincitori a cura di Ilaria Faraoni e presto la recensione del nostro Lucio Leone), quanto piuttosto di riflettere brevemente sul senso stesso della manifestazione.
Da “giurato” della prima ora ho seguito con interesse tutte e tre le edizioni (QUI la recensione della prima edizione e QUI quella della seconda) e posso affermare, con assoluta onestà, che di strada ne è stata fatta. Alcune delle critiche mosse gli anni scorsi hanno evidentemente sortito il loro effetto e molti errori commessi in passato sono stati accuratamente evitati. Segnale che la voglia di migliorarsi e di costruire qualcosa di duraturo c’è!
Parliamo quindi di quest’ultima edizione chiamata “Italian Musical Awards” svoltasi lo scorso 13 settembre sempre al Teatro Brancaccio.
Petitto, facendo scorta delle critiche e dei consigli, ha allargato ulteriormente la giuria, guidata da Christian De Sica, inserendo nomi della critica teatrale non legati agli ambienti romani: i colleghi Silvia Arosio, Lucio Leone e Sandro Avanzo. La dinamica di giudizio è stata così decisamente più equilibrata rispetto alle passate edizioni nelle quali ero io l’unico non romano della giuria. Emblematica l’esclamazione “Quanta Milano stasera!” di un’entusiasta Donatella Pandimiglio (altro giurato di qualità).
Ma la vera importante novità di questa terza edizione è stata la presenza della TV: come fece anche la Rai per il Musical! Award di Paolo Limiti, Canale 5 ha interamente registrato la serata per trasmetterla in differita. E qui entra in gioco la scelta della conduttrice: Michelle Hunziker. Com’era prevedibile questo nome è stato molto criticato dai soliti “integralisti”: “Che cosa c’entra la Hunziker con il musical? Ci sono performer molto più brave di lei.”. Col senno di poi possiamo dire che mai scelta fu più azzeccata!
Il senso di questa terza edizione non si esprime infatti in un “premiamoci a vicenda” (come vorrebbero alcuni), quanto invece in un “mostriamo all’Italia che il musical è vivo ed è bellissimo”. E lasciatemelo dire: la Hunziker è stata una padrona di casa eccezionale! Bellezza e simpatia messe generosamente al servizio dello spettacolo. Un volto televisivo, solare e rassicurante, come quello della Hunziker può certamente aiutare a veicolare il messaggio degli Italian Musical Awards: il teatro non è morto, il teatro non è roba da vecchi, il teatro è bellezza. E ho scritto volutamente “teatro” e non “musical” perché di Teatro stiamo parlando. Gli Italian Musical Awards hanno voluto abbattere anche questa odiosa barriera tra i generi. E’ stato così deciso di assegnare il premio alla carriera a Franca Valeri, gigantesca colonna del teatro italiano. E poi ancora è stato dato spazio a Pintus e alla sua incontenibile verve comica. E poi De Sica, Nancy Brilli, Pino Insegno… Musical, televisione, cinema, prosa: una grande festa non esclude nessuno e il pubblico del musical va allargato, non ristretto!
Al Teatro Brancaccio, l’altra sera, è stata data prova di una grande capacità: quella dei fatti! Petitto e la sua squadra hanno davvero alzato ancora una volta la stanghetta, dimostrando di poter realizzare il loro (che è anche il nostro!) sogno visionario: quello di dare voce e luce al musical italiano.
E’ quindi tutto perfetto? Certo che no! Siamo d’accordo con tutte le premiazioni? Certo che no! L’anno prossimo bisognerà fare ancora meglio? Certo che si. Ma una cosa è sicura: gli Italian Musical Awards sono davvero destinati a diventare i nostri Tony.
La strada forse è ancora lunga, ma la direzione è quella giusta! E noi ci sentiamo di esclamare ancora una volta: lunga vita agli Italian Musical Awards!
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